Gli impieghi industriali dell’argon

L’argon è l’elemento chimico, detto anche più semplicemente “argo”, che fa parte dei cosiddetti “gas nobili”: esso si trova in natura come costituente dell’atmosfera di cui rappresenta l’1% in volume. L’ottenimento di questo elemento avviene su larga scala grazie, in particolare, alla distillazione frazionata dell’aria liquida. L’argon, inoltre, tende a bollire a 185,9 gradi, vale a dire a una temperatura che è intermedia tra quelle di ebollizione dell’azoto e dell’ossigeno. Si tratta di un elemento che è inerte dal punto di vista chimico, con una struttura elettronica che è dotata di altissima stabilità, tale da rendere all’argon stesso estremamente difficile la possibilità di legarsi con altri elementi. I suoi utilizzi più pratici si basano proprio sulla proprietà che è stata appena descritta.

L’impiego dell’argon, poi, è andato inizialmente nella direzione del riempimento dei bulbi delle lampade ad incandescenza, visto che è in grado di impedire al filamento in questione di ossidarsi e di sublimare in modo rapido sulle pareti della lampada. Negli ultimi anni ha trovato impiego anche nel riempimento dei tubi fluorescenti, spesso associato a un altro elemento, il cripton, ma anche al neon o ai vapori di mercurio, così da ottenere dei particolari effetti dal punto di vista cromatico.

Attualmente, l’argon trova maggiore successo industriale nell’ambito del taglio dell’alluminio all’arco elettrico e nella metallurgia degli elementi reattivi. In effetti, l’alluminio presenta delle difficoltà enormi nelle normali operazioni di taglio a cui si sta facendo riferimento, in quanto disperde velocemente il calore e si ossida molto rapidamente. Andando invece a schermare l’arco stesso con un flusso di argon, è possibile concentrare il calore su zone molto piccole del metallo, impendendo allo stesso tempo l’ossidazione e ottenendo dei tagli che sono netti e veloci (una piastra di alluminio dello spessore di circa otto millimetri può essere tagliata alla velocità di quindici metri al minuto).