La concentrazione industriale: i cartelli e i trust

Uno dei tratti salienti della seconda rivoluzione industriale è il passaggio dal regime di libera concorrenza a quello di coalizione; si tratta forse dell’aspetto più negativo e anche della massima contraddizione dell’economia di tipo liberale, la quale attribuiva appunto alla libera concorrenza la virtù di selezionare le energie produttive. La tendenza verso la concentrazione industriale si andrò sempre più intensificando quando si affacciarono per le imprese le possibilità delle riduzioni dei costi, ma anche della migliore organizzazione tecnica interna e di un maggior adeguamento dell’offerta alle necessità della domanda. Ecco perché sorsero tutti questi accordi e iniziative, con l’unico obiettivo di regolare i prezzi e aumentare i profitti. Una distinzione utile può essere quella tra sindacati commerciali e sindacati industriali.

Dei primi si ricorda soprattutto il cosiddetto “corner”: in pratica, gli speculatori si accaparravano la merce cercando di ostacolare e di mettere appunto in un angolo gli altri concorrenti, in modo da non consentire alcun tipo di difesa. Uno dei corner più famosi fu senza dubbio quello sul rame, il quale venne organizzato nel 1887 dalla Société des métaux; in effetti, da un prezzo di quaranta sterline complessive per un tonnellata del metallo, si arrivò in pochi mesi a ben novanta sterline, un incremento che provocò l’uscita del rame stesso da molti depositi e dalle miniere trascurate (un anno dopo il brusco ribasso causò il fallimento della compagnia transalpina e il suicidio dell’ideatore).

Non è molto diverso il pool, caratterizzato da un “accordo tra gentiluomini” (di natura verbale), in modo da realizzare uno scopo comune. A questo sindacato ricorsero diverse imprese ferroviarie, con linee parallele per non arrivare a una vera e propria guerra di tariffe: si decise, quindi, di fondere il ricavo e ridistribuirlo in parti uguali. La storia economica ricorderà soprattutto il pool dell’acciaio e del carbone, inteso a regolare la produzione e le tariffe sui mercati europei.