Rivoluzione Industriale: il boom tessile del Lancashire

Per capire meglio la concentrazione e la diversificazione della Rivoluzione Industriale del XVIII secolo in Inghilterra si può fare riferimento al caso del Lancashire: si tratta di una delle contee inglese più noti ed è proprio qui che il settore tessile beneficiò di una tendenza molto particolare. In effetti, i tessuti più leggeri e sottili potevano essere prodotti da tessitori-contadini, vale a dire da soggetti che fino a quel momento si erano cimentati solamente con delle tipologie molto più eterogenee. Un esempio fondamentale in questo senso è quello del tessuto orientale stampato.

Fino al 1750 i progressi non furono evidenti, ma poi improvvisamente il consumo di cotone greggio cominciò ad aumentare in maniera esponenziale, tanto che la fabbricazione di tessuti in cotone riuscì a insediarsi in poco tempo nel Lancashire stesso e nei pressi di Glasgow, in Scozia. Insomma, si sta parlando delle due zone in cui, fino ad allora, la fabbricazione della tela di lino era stata molto più frequente. Questo vuol dire che la lavorazione del cotone riuscì a sfruttare al massimo la tecnologia che già esisteva.

Tra l’altro, non bisogna dimenticare che sia il Lancashire che Glasgow si trovavano in una posizione geografica strategica, visto che si favorivano le importazioni di cotone greggio delle Indie Occidentali e del filato di lino proveniente dall’Irlanda: l’industria e l’andamento demografico aumentarono di pari passo. Sul finire del ‘700, la contea britannica era stata capace di ampliare la propria gamma di tessuti in cotone o di quelli misti con cotone: i tessuti a righe, i tessuti a quadri per gli abiti e per l’arredamento, i fustagni, i velluti e le mussole erano sempre più diffusi, tanto che i fabbricanti di tessuti in lana cominciarono a temere che la loro concorrenza potesse sottrarre fette importanti di mercato. I filatori locali divennero sempre più abili e il prezzo complessivo venne ridotto per aumentare la competitività.