Il fenomeno del dumping nella siderurgia

Accanto ai cartelli e ai trust, caratteristico della nuova era industriale dell’Ottocento è il dumping. Con questo termine si indica la vendita all’estero di una merce a prezzi inferiori e persino sottocosto rispetto a quelli praticati sul mercato interno: il dumping costituiva quindi uno strumento molto potente per la lotta commerciale e la conquista dei mercati esteri, ma provocava e provoca tuttora da parte dei governi dei paesi invasi dai prodotti stranieri l’erezione di barriere doganali (i cosiddetti “dazi anti-dumping”) a difesa delle proprie industrie.

Caratteristica del periodo sono anche la razionalizzazione e il controllo del lavoro umano in fabbrica e negli uffici, nel lavoro d’officina come in quello dei campi, secondo i precetti di Taylor, il quale fu l’iniziatore dell’organizzazione scientifica del lavoro. I suoi metodi favorirono senza dubbio l’aumento della produzione, ma incontrarono anche una vivace protesta da parte dei sindacati e degli operai, sottoposti a un maggiore sfruttamento. Il dumping venne esercitato con intensità dalla Germania prima del 1914: nei primi anni del Novecento, inoltre, la potente siderurgia tedesca dichiarò guerra alla nascente industria del nostro paese. La lotta fu molto violenta, in particolare nel periodo compreso tra il 1908 e il 1912, visto che il potente Stahlverband (la lega d’acciaio) tedesco, praticando all’interno 130 marchi la tonnellata, all’estero applicò cifre molto più basse, vale a dire 110, mentre soltanto 75 marchi in Italia per stroncare la concorrenza.

Le lamentele dei siderurgici italiani furono quindi piuttosto violente: essi chiedevano l’intervento del governo per elevare una barriera doganale anti-dumping, affermando che una volta distrutta l’industria italiana, lo Stahlverband avrebbe rialzato i prezzi al livello della Germania. Comunque, bastò poco al nostro paese per organizzarsi meglio: in effetti, fu sufficiente ridurre i costi di produzione per vincere la concorrenza teutonica e concludere un accordo con la lega d’acciaio mediante il quale il prezzo non poteva essere inferiore a determinati limiti.