Gli organi di protezione: le valvole fusibili

Le valvole fusibili sono gli organi di protezione in assoluto più economici a livello industriale, anche se non sempre i più sicuri. Questi organi, per l’appunto, vengono posti di preferenza a valle dell’interruttore: inoltre, sono di gran lunga preferibili quelle nelle quali il fusibile non può essere sostituito in maniera arbitraria con un altro di maggiore portata. Le valvole vengono messe normalmente su tutti i conduttori della distribuzione, in una posizione che sia facilmente accessibile e immediatamente a valle di ogni singola derivazione, in cui si cambia portata e sezione del conduttore. Negli impianti più grandi, poi, le valvole sono abbondanti e, se poste in maniera opportuna e a maniglia estraibile, possono servire per il sezionamento dell’impianto in caso di guasti.

Il filo neutro non deve mai avere delle valvole fusibili, un altro accorgimento da tenere bene a mente. Negli impianti luce fino a settecento watt, invece, o fino a 1.200 watt complessivi (nell’ipotesi di concentrazione su un unico lampadario), allora è consentita un’unica valvola unipolare. Inoltre, negli impianti più complessi, le valvole unipolari vengono messe sempre sul medesimo polo; attualmente, c’è la tendenza a sostituire le stesse valvole con degli interruttori automatici (per le correnti superiori ai cento ampere questi ultimi sono senz’altro preferibili).

I fusibili vengono realizzati di norma in piombo, ma anche in lega di piombo-stagno, argento e, seppur raramente, in rame. Comunemente si sceglie un fusibile la cui corrente di fusione sia da 1,5 a 2 volte la corrente normale di esercizio. La corrente di fusione non è però facilmente determinabile, ma varia per un filo dello stesso metallo e della stessa sezione: con la lunghezza del fusibile (i fili più lunghi tendono a fondere prima), con la grossezza dei morsetti, con la temperatura ambiente, con le condizioni di raffreddamento (in aria libera, in scatola o in tubo) e con la durata della sovracorrente.