Costruzioni industriali: l’emulsione di bitume

Tra le principali emulsioni che il settore industriale è in grado di garantire c’è senza dubbio quella di bitume, molto utile, come è facilmente intuibile, per le costruzioni stradali. Essa viene preparata, infatti, andando a unire delle quantità pressoché identiche di bitume e di acqua, aggiungendo, inoltre, il 2% o il 3% di sapone alcalino, ma anche di argilla colloidale e di olio vegetale sulfonato. Queste ulteriori aggiunte servono per rafforzare ulteriormente la funzione emulsionante, con una temperatura che raggiunge i novanta gradi circa. Quali sono le caratteristiche principali di tale emulsione?

Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che quest’ultima si presenta di solito come una massa bruna e semifluida, tanto che, una volta applicata su una superficie stradale specifica, in seguito all’evaporazione della maggior parte d’acqua, tende a formare uno strato molto sottile di bitume solido. Esso resiste agli agenti atmosferici molto bene, ma anche alle variazioni brusche delle temperature atmosferiche. A seconda del grado di stabilità, poi, o di quello di resistenza alla coagulazione, le emulsioni si distinguono in tre differenti categorie; possiamo infatti avere a che fare con le emulsioni a rottura rapida, rottura lenta e rottura media. Le emulsioni elencate per prime contengono delle percentuali davvero trascurabili di bitume e sono utilizzate per i trattamenti di tipo superficiale.

Quelle a rottura lenta, al contrario, sono sfruttate per la stabilizzazione delle terre, per legare dei materiali minuti o anche nelle produzioni di conglomerati bituminosi. Per quel che riguarda invece le emulsioni a rottura media, queste ultime sono utili per impastare i materiali grossi, oltre ai pietrischetti e le graniglie. Da diversi anni, infine, si impiegano perfino delle emulsioni acide, ottenute mediante emulsivi cationici, quali la oleamina e la stearilamina. Tale categoria può risultare molto importante nel momento in cui si devono fronteggiare i problemi della stagione invernale, ma lo stesso discorso vale anche per gli aggregati più umidi.