L’affilatura industriale degli utensili di carburi

Gli utensili di carburi vengono normalmente affilati in maniera manuale. Per poter eliminare al massimo il consumo della piastrina nel corso dell’affilatura stessa, essa viene adattata allo stelo in modo da presentare gli angoli voluti: la prima affilatura viene così ad essere ridotta quasi a una levigatura, dopo aver asportato l’eccedenza del materiale dello stelo, il quale viene lasciato al di sotto della piastrina per facilitare il più possibile la sua saldatura, tramite una mola di ossido di alluminio. Per ottenere un’affilatura perfetta dell’utensile smussato dall’uso, è necessario rispettare alcune procedure.

Anzitutto, occorre asportare con la mola che è stata appena indicata un po’ del materiale dello stelo sottostante la piastrina (in media si tratta di quarantasei joule); poi, si deve sgrossare la piastrina con la mola di carburo di silicio. In aggiunta, non bisogna dimenticare di affilare con la mola stessa, quindi quella di carburo di silicio, e di levigare con un disco metallico e polvere di diamante, oppure, in alternativa, le mole diamantate, le mole di carburo di silicio e le mole di carburo di boro migliore del precedente. L’ultima operazione può essere comunque tralasciata, ma è sempre conveniente per ottenere una maggiore durata del tagliente, in particolare se l’utensile in questione deve lavorare degli acciai che sono fortemente legati e i materiali molto abrasivi, come possono esserlo, ad esempio, la gomma, la carta e la bachelite.

La levigatura viene limitata a una striscia larga da uno a tre millimetri sul petto e sui fianchi, la quale va a delimitare il tagliente. Per quest’ultima, poi, i valori degli angoli di spoglia superiore e inferiore vengono a diminuire di circa due gradi. Compiere tutte le operazioni di affilatura con abbondante fluido refrigerante può essere un altro consiglio utile. Infine, è opportuno premere la piastrina contro la mola, in modo da non sollecitarla in senso tale da favorirne la separazione dello stelo.