Macchinari industriali: le molatrici e le rettificatrici

Tutte quelle macchine che impiegano come utensile le mole possono essere suddivise in quattro distinte categorie, a seconda del grado crescente della precisione.

Si tratta, nello specifico, delle molatrici semplici, delle affilatrici, delle rettificatrici e delle macchine finitrici e superfinitrici: analizziamo nel dettaglio ognuno di questi mezzi. Per quel che concerne le cosiddette “molatrici semplici”, esse eseguono dei lavori in cui non sono necessarie dimensioni a forma definita. Il tipico utilizzo si riferisce alle sbavature e alle lucidature delle superfici, oltre all’affilamento degli utensili manuali e dei coltelli. A loro volta, queste molatrici possono essere suddivise in base alla lucidatura dei metalli, al doppio telaio che possono possedere e all’albero flessibile.

Le rettificatrici, invece, hanno lo scopo di dare forma e dimensioni definite a elementi costruttivi, o parti di essi, entro delle tolleranze che sono molto spesso strettissime. Possono operare sui materiali teneri e sui pezzi di grande durezza, temperati, nitrurati o altrimenti trattati. In rapporto alla durezza, si sceglie poi l’abrasivo e l’impasto della mola. Molto interessanti, inoltre, sono le levigatrici, conosciute anche con il nome di “macchine Honig”: queste ultime hanno lo scopo di uguagliare la superficie dopo la rettifica con la quale si ottiene una certa rugosità. Con le levigatrici, dettaglio da non trascurare, si ottengono superfici notevolmente diverse, grazie soprattutto alle cure particolari che vi vengono prodigate.

Infine, un discorso a parte lo meritano le affilatrici: in questo caso, esse portano delle mole generalmente artificiali ad impasto ceramico e per gli utensili di acciaio al carbonio o rapido. Il loro utilizzo si espande anche all’ultima finitura. La tipologia di affilatrici universali viene sfruttata per l’affilatura di frese, alesatori, maschi e creatori; l’albero portamola può ruotare attorno a un asse verticale, con la tavola che ha tre movimenti secondo tre assi ortogonali e in più può orientarsi nel piano orizzontale (in alcuni tipi il piano può essere ruotato anche in senso verticale).