Caratteristiche e funzionamento della mola industriale

Il funzionamento della mola è semplice, ma essenziale per molti tipi di industria: in effetti, si tratta dell’utensile politagliente che presenta degli spigoli di taglio (in gran numero e affiancati tra di loro), costituiti a loro volta da altrettanti granelli abrasivi, i quali sono in grado di asportare i trucioli delle dimensioni più piccole. Sono almeno tre le operazioni industriali in cui sono impiegate le mole. La prima di esse consiste appunto nella molatura, in cui si richiede una semplice asportazione di materiale senza esigenze di finitura e di precisione (il tipico esempio è quello della sbavatura relativa alle fusioni).

La seconda operazione è quella della rettifica, con l’utensile in questione che serve a generare delle superfici precise e levigate. La terza operazione, poi, è quella dell’affilatura, con la mola che risulta essere utile per rigenerare il filo tagliente degli utensili. Le mole sono sempre costituite da due elementi, vale a dire l’abrasivo e il cemento, i quali sono impastati insieme. L’abrasivo non è altro che la parte attiva dell’utensile ed è formato da granelli di cristallo durissimi, i cui spigoli vivi tendono ad agire sul metallo come dei minuscoli utensili da taglio, asportando appunto i trucioli. Gli abrasivi stessi possono essere naturali oppure artificiali, anche se nei lavori di rettifica si impiegano quasi esclusivamente le tipologie artificiali.

Il cemento, il quale è detto anche “agglomerato” o “impasto”, è la parte passiva della mola, ma anche esso ha la sua grande importanza per le funzioni che gli vengono affidate e perché da esso dipendono alcune caratteristiche di impiego della mola. Anche il cemento si suddivide in tre distinte categoria: anzitutto, esistono dei cementi che sono detti anche “impasti ceramici”, formati da argilla e feldspato, compressi in forme e poi cotti in forno. Le due alternative sono quelle dell’impasto al silicato e dell’impasto elastico (costituito in prevalenza da gommalacca).