Coloranti e pigmenti industriali: l’oltremare

Uno dei più interessanti prodotti della chimica industriale è senza dubbio l’oltremare, il prodotto che viene utilizzato principalmente come pigmento e colorante: la variante più diffusa in questo senso è quella dell’oltremare azzurro, un colorante che si otteneva in passato dal lapislazzuli naturale sottoposto a polverizzazione, arroventato in maniera leggera e poi trattato con acqua e acido acetico diluito, quindi ulteriormente porfirizzato e levigato con la stessa acqua. Insomma, la lavorazione era piuttosto articolata, ma poi con il tempo si è evoluta. Al giorno d’oggi, infatti, si preferisce calcinare una miscela di caolino, carbonato e solfato sodico, senza dimenticare lo zolfo, il carbone e anche la colofonia e la pace.

In alcuni casi, poi, il procedimento consiste nell’aggiungere delle piccole quantità di soda caustica e silice, procedendo poi alla lavorazione e alla levigazione con l’acqua del prodotto che è stato ottenuto. Dal punto di vista artificiale, inoltre, si possono ottenere degli oltremari di altre tinte: gli esempi più frequenti sono quelli del verde, del violetto, del rosso e del giallo. Tra l’altro, questo colorante industriale viene sfruttato per i colori ad olio e ad acquerello, oltre agli inchiostri da stampa; perfino l’industria tessile deve molto ad esso, in quanto si presta molto bene per la stampa di tessuti e per conferire un bianco perfetto a sostanze di tinta giallastra (il cosiddetto “azzurraggio”).

L’utilizzo più antico che è conosciuto risale al VI secolo in Afghanistan, in cui esisteva un importante giacimento di lapislazzuli. Verso la fine del ‘600 e per tutto il ‘700, l’oltremare si diffuse sempre più a causa della carenza di azzurrite e la conseguente richiesta del pigmento blu. Nel 1814, infine, fu merito del pittore francese Jean-Joseph-François Tassaert la scoperta della formazione in maniera spontanea di un composto di colore blu, molto simile ad esso, in una fornace per la produzione della calce, dando così il via alla produzione artificiale.