Industria chimica: come si ottiene l’enocianina

Quando si parla di enocianina, si fa riferimento a quella sostanza colorante che è contenuta nell’uva nera. In effetti, essa tende a passare nel vino, in cui è contenuta sino a una quota massima dell’1%. L’enocianina, inoltre, fa parte del gruppo degli antociani: tra le caratteristiche principali bisogna menzionare senza dubbio il tipico colore azzurro scuro, oltre al fatto che questa stessa sostanza si separa dal vino attraverso la precipitazione con acetato basico di piombo. L’utilizzo più classico è quello relativo alla colorazione dei vini chiari, dunque l’industria maggiormente coinvolte in questo senso non è solamente quella chimica, ma anche quella enologica.

In pratica, si tratta del colorante naturale dell’uva rossa, anche se la sua vera e propria commercializzazione avviene in forma di granuli friabili di colore rosso scuro o porpora, i quali sono solubili anche in acqua. La produzione industriale si deve soprattutto a una persona, Antonio Carpenè, il quale la mise appunto nel lontano 1879 insieme a un collaboratore, Enrico Comboni. Questo chimico ed enologo italiano si è occupato, infatti, per tutta la vita degli studi applicati e collegati alla viticoltura, con una attenzione particolare e minuziosa nei confronti delle metodiche relative alla spumantizzazione. Quali sono gli altri elementi che vale la pena ricordare quando si approfondisce l’enocianina?

Anzitutto, l’industria vinicola del nostro paese considera l’enocianina come una sorta di “punta di diamante” e questo per un motivo molto semplice, visto che non esiste in tutto il mondo un altro prodotto che sia naturale al 100% e che sia in possesso di un potere colorante simile. L’estratto liquido si ottiene, in particolare, dalle bucce dell’uva, tanto che è in grado di rispondere in maniera perfetta e completa alle direttive emanate dall’Unione Europea. Gli utilizzi industriali più frequenti sono quelli del settore delle bevande alcoliche, ma anche in quello dolciario (marmellate, dolci, sciroppi e yogurt solo per citare alcuni esempi).