Fallimento Melegatti. Arrivano i licenziamenti

fallimento melegattiIl fallimento Melegatti inizia a mietere le prime vittime. I primi licenziamenti sono partiti, dopo il fallimento, come passo successivo obbligato. Al contempo continua la ricerca di imprenditori interessati che possano salvare l’azienda. C’è tempo fino al 17 settembre, e chi vuole prendere la storica azienda, deve mettere sul piatto 13 milioni e mezzo.

La vicenda

Ma per il momento gli appelli sono caduti nel vuoto, e nemmeno le proteste. Se non arriverà nessun imprenditore, la Melegatti cesserà di esistere. Intanto sono stati licenziati tutti i dipendenti. Il fallimento è stato dichiarato lo scorso 29 maggio.
E il 20 dicembre scadrà anche la Cassa integrazione straordinaria. Secondo i sindacati “l’accordo è inevitabile e per tutti i dipendenti l’ultimo giorno di rapporto con Melegatti sarà il 20 dicembre”. Le confederazioni non hanno potuto far altro che firmare i licenziamenti assieme ai curatori fallimentari. Ma Cgil, Cisl e Uil sperano sempre che arrivi qualche imprenditore all’ultimo minuto.

La Melegatti è un’azienda storica, un marchio famoso, e sarebbe una perdita incredibile per il nostro paese.

Anche la politica locale si sta lanciando in appelli per trovare un compratore. Il comune di San Giovanni Lupatoto, dove ha sede la Melegatti, è in piena attività, a partire dal consigliere dell’opposizione Massimo Giarola, che racconta come “la seconda procedura di vendita ha fatto scendere a 13 milioni e mezzo di euro la base d’asta”.

Anche il senatore Udc Antonio De Poli lancia un appello, chiamando Luigi Di Maio a proporre dei provvedimenti per salvare un pezzo d’Italia.