Firenze: una mostra fotografica ricorda la crisi industriale del Pignone

firenze_mostra_pignone_aprile_2013_16La crisi industriale dell’azienda fiorentina Pignone è datata 1953, dunque sono passati ben sessanta anni da questi fatti: Firenze ha deciso di ricordarli in maniera particolare, vale a dire con una mostra fotografica e un convegno, entrambi a Palazzo Medici. La mostra in questione è stata inaugurata proprio nel corso della giornata di ieri, un evento che si è concluso con un dibattito molto interessante, il cui titolo è stato “Pignone 1953: i lavoratori, l’intera città e il suo sindaco in difesa dell’occupazione”, il quale ha attirato illustre partecipazioni.

In pratica, si sta parlando di una mostra che ripercorre i sei decenni citati in precedenza con degli appositi pannelli fotografici e dei testi a commento: le visite sono già cominciate e dureranno fino al prossimo 14 giugno, tutti giorni fatta eccezione per i mercoledì, con un orario continuato dalle 9 alle 18. L’organizzazione vera e propria si deve alla Eventi Polistampa, mentre la promozione è stata garantita dalla Fondazione La Pira e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio. Ma che cosa è stata esattamente questa crisi industriale? L’azienda toscana, una delle maggiori e più antiche fabbriche di Firenze, rischiò di chiudere per sempre e di mettere a repentaglio il futuro di moltissimi dipendenti.

Tutto cominciò il 5 gennaio di quel 1953, quando la Snia Viscosa annunciò trecento sospensioni e 120 licenziamenti: si trattava della compagnia che controllava dal 1946 l’azienda metalmeccanica di cui si sta parlando, due scelte drastiche motivate con l’assenza di ordini e gli alti costi di produzione. Le prime lettere di licenziamento vengono inviate già due settimane dopo, ma nessuno rimase con le mani in mano. Nacque un comitato per la salvezza della fonderia, vi furono scioperi e proteste, ma la messa in liquidazione della società causò l’occupazione della fabbrica nel novembre di quell’anno. A inizio 1954, poi, l’Eni rese noto l’acquisto dell’azienda, cambiando la denominazione in Nuovo Pignone-Industrie Meccaniche e Fonderia Spa.