Industria petrolifera: l’estrazione del greggio

L’estrazione è indubbiamente uno dei momenti più importanti per l’industria petrolifera: come si svolge esattamente? Una volta che si è deciso di perforare un pozzo in una determinata zona, più precisamente in quella in cui le ricerche hanno dato per certa la presenza del petrolio stesso, si procede al piazzamento delle attrezzature necessarie alla trivellazione. Il tipo di trivella in questione è quello a rotazione: in pratica, una incastellatura in metallo e alta una decina di metri (il cosiddetto “derrick”), sostiene il treno di aste di perforazione e i motori che alimentano il moto rotatorio. Alla sua base, inoltre, viene sistema una piattaforma rotonda di acciaio, la tavola rotante, mentre al centro si trova, solidale a quest’ultima, un tubo di forma quadrata (l’asta quadra), il quale gira in blocco con la tavola.

A mano a mano che si procede nel lavoro industriale, altre aste di perforazione vengono avvitate all’estremità della prima. In fondo, inoltre, le aste terminano con il cosiddetto scalpello, il quale affonda in continuazione nel terreno. La trivellazione procede in maniera ininterrotta il giorno e la notte, con delle velocità che posso anche raggiungere un massimo di trenta metri l’ora. Nel momento in cui si raggiunge il giacimento, nel caso in cui quest’ultimo sia soggetto a una forte pressione, il petrolio tende a sgorgare in superficie con un getto piuttosto potente, altrimenti viene sottoposto a un apposito pompaggio.

La perforazione del pozzo numero uno di Baba Gurgur, in Mesopotamia nel 1927, ad esempio, iniziò la sua attività con un getto alto oltre cento metri ed eruttò in ben tre giorni prima che si riuscisse a imbrigliarlo, più di 36mila tonnellate di greggio. Il periodo eruttivo controllato viene detto di solito “vita del pozzo” e può durare anche a lungo, dopo di che si procede al pompaggio del liquido rimanente fino al suo completo esaurimento.