Il mercurio nell’industria metallurgica

Il mercurio è un metallo conosciuto sin dai tempi più antichi, l’unico liquido che si presenta a temperatura ordinaria. Il suo rinvenimento può avvenire sia allo stato elementare, con il mercurio che è disperso sotto forma di goccioline molto piccole, nel suo minerale più importante, vale a dire il cinabro. C’è comunque da precisare che i minerali di mercurio sono davvero poco diffusi e quindi non sfruttabili in maniera ampia a livello industriale: se ne riscontrano quasi esclusivamente nel nostro paese, più precisamente nei pressi della zona del Monte Amiata, e in Spagna. Come avviene di preciso la sua estrazione? Si tratta di una operazione che è davvero semplice. Il minerale di mercurio, infatti, viene riscaldato all’interno di forni specifici in presenza di aria: il cinabro in tali condizioni riesce a fornire anidride solforosa e mercurio metallico in grande quantità.

A questo punto, il mercurio stesso si libera allo stato di vapore che viene poi condensato. Si ottiene così un metallo impuro che è dapprima trattato con dell’acido nitrico diluito (il quale scioglie una buona parte delle impurità appena menzionate), quindi nuovamente distillato. Il mercurio stesso viene messo in commercio in bombole di acciaio. Il mercurio si presenta in un modo molto riconoscibile, in quanto è un liquido bianco argenteo molto pesante (un litro di esso può pesare oltre tredici chilogrammi).

In aggiunta, tale metallo possiede molte delle proprietà che sono tipiche di quelli nobili, visto che non si ossida all’aria a temperatura ambiente, non viene attaccato dagli acidi non ossidanti e molto altro. Gli utilizzi tipici sono anche molto noti: ad esempio, si possono citare la costruzione di termometri, di barometri e di altri apparecchi molto utili alla fisica, senza dimenticare la costruzione della lampade, i raddrizzatori della corrente elettrica e l’estrazione dell’oro. Una notevole parte del mercurio che è prodotto serve, infine, per la preparazione di alcuni suoi composti.