L’inquinamento industriale provocato dal benzene

Il benzene fa parte della grande famiglia dei composti organici volatili di tipo non metanico: esso, però, viene misurato in maniera continua soltanto da poco tempo nelle aree urbane ed è una fonte di preoccupazione non indifferente a causa delle alte concentrazioni che vengono registrate in prossimità delle arterie cittadine più congestionate e degli ampi parcheggi. Il benzene, infatti, non è altro che un composto naturale del petrolio e dei suoi derivati e si forma anche durante il ciclo di produzione delle benzine come sottoprodotto, a opera di alcuni precursori a base aromatica e naftenica, i quali sono presenti nel greggio stesso in maniera del tutto naturale.

Visto che si tratta di un composto che si oppone all’ossidazione, viene rilasciato a seguito di processi di combustione piuttosto specifici, ma anche per via di processi di tipo evaporativi. Tra l’altro, la combustione incontrollata di piante oppure di residui in agricoltura rappresenta la fonte naturale più significativa per quel che concerne l’inquinamento. La presenza di benzene in aria è purtroppo molto ampia per quel che concerne qualsiasi tipo di posto; in effetti, tra le cause scatenanti si possono citare i processi naturali, come ad esempio gli incendi dei boschi e le emissioni prodotte dai vulcani, ma anche quelli artificiali, in primis le emissioni delle industrie chimiche, i gas di scarico dei veicoli a motore e molto altro.

Per quel che riguarda la scala industriale, le maggiori attenzioni vanno focalizzate senza dubbio sui processi di raffinazione del petrolio, mentre in passato lo stesso benzene era sfruttato in larga misura come solvente in diverse attività anche artigianali (produzione di gomma, plastica, inchiostri e vernici, industria delle calzature, stampa a rotocalco ed estrazione di oli e grassi). La maggior parte del benzene che viene prodotto oggi (circa l’85%) trova impiego soprattutto nella chimica come materia prima per molti composti secondari.