Metallurgia: gli impieghi industriali del bronzo

Tutti conosciamo il bronzo per i suoi utilizzi artigianali e artistici, ma di che tipo di metallo si tratta nello specifico? Esso non è altro che la lega del rame con lo stagno, con il tenore di quest’ultimo che tende a salire fino 30% nelle leghe di tipo industriale. Le proprietà meccaniche variano di molto con la composizione, ma bisogna anche ricordare che la lavorazione plastica risulta essere molto più difficile rispetto a quella relativa al rame.

Tuttavia, la lavorazione stessa può avvenire anche a freddo con dei tenori di stagno che non superano l’8-10%. Gli impieghi industriali tipici sono quelli relativi alla produzione di fili, barre, lamiere, tubi, palette di turbine e cuscinetti. Le leghe di bronzo che presentano un tenore di stagno superiore possono essere sfruttate esclusivamente per le fusioni. La temperatura di queste ultime è compresa tra gli 800 e i 1.050 gradi, mentre allo stato liquido il metallo in questione risulta essere dotato di una grande scorrevolezza, riempiendo in maniera perfetta anche le forme che sono più complicate da questo punto di vista. L’aggiunta di piccole percentuali di zinco e di piombo, poi, migliora ulteriormente queste qualità e conferisce alla lega una colorazione d’oro che è particolarmente apprezzata per i getti artistici.

Le leghe che presentano una percentuale compresa tra il 9 e il 12% di stagno sono quelle più usate per quel che concerne la costruzione degli ingranaggi. Al contrario, le leghe con una percentuale tra il 12 e il 22% di stagno sono formate da un costituente piuttosto duro e disperso in una matrice metallica tenace, una caratteristica che rende particolarmente adatte le leghe per la costruzione di cuscinetti. In aggiunta, vi sono anche delle percentuali che arrivano fino al 30% di stagno e in questi casi i bronzi sono duri e suscettibili, in grado di emettere suoni squillanti se percossi, motivo per cui consentono di migliorare la fusione delle campane.