Come sfruttare le proprietà industriali del duralluminio

Il duralluminio, noto anche col nome più semplice di “dural”, non è altro che una lega di alluminio, rame e magnesio: la sua composizione tende a variare entro vari limiti, vale a dire il rame può arrivare fino al 5,5%, il magnesio al 2%, mentre il ferro (tenuto ovviamente conto delle impurità) anche allo 0,5%. Tutto il resto, poi, viene ad essere costituito da alluminio. Di solito, la lega in questione viene temperata in acqua fredda o in aria e lasciata poi maturare per cinque-sei giorni a temperature molto più ordinarie. L’alternativa è quella di rinvenire il tutto a 100-150 gradi per alcune ore, in modo da ottenere un forte miglioramento delle caratteristiche meccaniche. In effetti, il carico di rottura passa da venti a quaranta chilogrammi per millimetro quadro.

Vista la notevole importanza del duralluminio, in particolare per quel concerne le costruzioni aeronautiche, ne sono state studiate le caratteristiche persino a temperature molto più basse (ad esempio da +20 a -80 gradi), quali possono essere quelle che di norma si incontrano in volo; in questa maniera, si è capito che i carichi di rottura e di snervamento tendono ad aumentare, mentre l’allungamento a rottura rimane più o meno costante. Il duralluminio può essere lavorato in maniera piuttosto agevole quando si tratta di avere a che fare con le macchine utensili; un’altra possibilità di utilizzo è quella della forgiatura, della laminatura e della trafilatura.

La lavorazione plastica, inoltre, riesce perfino a migliorarne le caratteristiche dal punto di vista meccanico. Un’altra particolarità di rilievo è il fatto che il duralluminio può essere saldato autogenicamente, ma nella zona di saldatura la resistenza risulta notevolmente ridotta. Infine, bisogna anche sottolineare che esso è facilmente corrodibile e che per ottenere una migliore resistenza alla corrosione si può mescolare nella lega in questione circa l’1% di nichel, oppure eseguire la cosiddetta placcatura con l’alluminio purissimo.