I processi più diffusi per la protezione dei metalli

Come è possibile evitare la corrosione delle superfici metalliche?

I sistemi protettivi si dividono solitamente in quattro categorie: termici, meccanici, elettrolitici e chimici. Per quel che concerne le operazioni preliminari, bisogna anzitutto provvedere alla sgrassatura e alla pulitura. In alcuni casi, comunque, si può anche invertire l’ordine dei trattamenti, tutto dipende ovviamente dal tipo di lavoro con cui si ha a che fare. Per la sgrassatura si usa il metodo chimico o quello elettrochimico; con il primo si utilizzando appunto dei solventi, mentre con il secondo l’elettrolisi e delle soluzioni alcaline. In questo secondo caso, in particolare, la sgrassatura avviene attraverso la saponificazione o l’emulsione, a seconda del tipo di grasso.

Riguardo invece alla pulitura, c’è da dire che l’asportazione dello strato di ossido si effettua in maniera chimica o meccanica, anche se spesso i due processi, nei casi di lavorazioni speciali, tendono ad essere abbinati tra di loro. I metodi termici di protezione sono di tre tipi: si tratta del metallo fuso (zincatura, stagnatura, piombatura), la cementazione (sherardizzazione ,calorizzazione e cromizzazione) e volatilizzazione (metallizzazione alla pistola). Al contrario, i metodi meccanici consistono soprattutto nel ricoprire mediante una apposita laminazione a caldo il metallo che deve essere protetto con uno o due strati di metallo protettivo. I tipici impieghi sono quelli dell’alluminio e del nichel. Vi sono infine i processi chimici.

La distinzione riguarda essenzialmente il fatto che si tratti metalli ferrosi o meno. Nel primo caso, la protezione avviene in diversi modi, i più conosciuti sono quelli con i grassi, la brunitura e la fosfatazione. In particolare, in quest’ultima casistica si utilizzano dei prodotti a base di fosfati piuttosto acidi di zinco, oltre al ferro e alla manganese. Se i metalli sono di tipo non ferroso, i metodi chimici non hanno condotto a buoni risultati in relazione all’alluminio, mentre per il magnesio e le sue leghe lo strato protettivo che viene ottenuto attraverso l’immersione dei pezzi deve essere comunque rifinito.