Calcolato l’inquinamento precedente alla Rivoluzione Industriale

Siamo un po’ tutti abituati a pensare alla Rivoluzione Industriale come il periodo esatto in cui l’anidride carbonica è stata rilasciata in atmosfera in dosi massicce e mai viste fino a prima: per l’appunto, che cosa si sa dell’inquinamento di questo tipo prima del XVIII secolo? Un recente studio consente di rispondere alla domanda, visto che è stato creato un apposito modello climatico, in tutto e per tutto nuovo di zecca, che è in grado di calcolare la CO2 che è stata rilasciata in atmosfera prima degli anni “rivoluzionari”, quando cioè molti settori industriali cominciarono a espandersi in maniera decisa. I primi risultati sono stati davvero importanti e imprevedibili.

Pulizie industriali: la Cna Toscana illustra la rete Maret

La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa della Toscana (Cna Toscana) ha messo in luce di recente un sistema davvero interessante per quel che concerne alcune specifiche attività delle aziende. Si tratta, nello specifico, di Maret, la rete che è presente sia nella regione appena menzionata che in tutto il territorio nazionale, con l’intento di potenziare il settore industriale relativo ai servizi integrati e alle imprese di pulizie. In effetti, questa specifica rete riesce a unire e raggruppare in maniera ideale le aziende cosiddette “multiservizi”, vale a dire quelle che si occupano di attività quali il giardinaggio, l’arboricoltura, la sanificazione e la disinfestazione: aggregare tutte queste imprese serve proprio per creare un soggetto unico in grado di competere sul mercato di riferimento.

Inquinamento: le acque reflue industriali

Uno dei metodi per tutelare in maniera preventiva le risorse idriche è rappresentato senza dubbio dai piani di tutela delle acque; inoltre, bisogna disciplinare in maniera idonea ed adeguata anche gli scarichi industriali. Lo scarico non è altro che qualunque tipo di immissione diretta di acque reflue liquide, semiliquide e comunque da convogliare nelle acque superficiali, sul suolo e nella rete fognaria. Gli scarichi, inoltre, possono essere di diverso tipo; si distinguono, in particolare, le acque reflue domestiche (quelle che provengono da abitazioni e servizi, ma anche dal metabolismo umano), le acque reflue assimilate alle domestiche, le acque reflue urbane (un miscuglio di varia provenienza) e quelle reflue industriali, appunto, vale a dire le acque che vengono scaricate da edifici o installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione dei beni.

La bonifica dei siti industriali inquinati

Le bonifiche e i ripristini ambientali a livello industriale prevedono un iter ben preciso che in pochi conoscono. La bonifica vera e propria e tutte le leggi collegate da applicarvi diventano necessari nel caso di una contaminazione del sito oltre certi limiti, o anche quando c’è il pericolo che un determinato sito industriale possa correre questi rischi: vi sono infatti dei parametri e dei riferimenti ben precisi a cui rapportarsi per capire quanto grave sia il pericolo in questione. Ovviamente, i valori valgono per il suolo, il sottosuolo e le acque sotterranee; inoltre, c’è meno restrizione nel caso di siti a uso commerciale e industriale che quando si tratta di siti a uso verde pubblico, residenziale e privato. Il sito stesso viene definito come “inquinato”, quando anche uno solo dei valori limite viene oltrepassato.