Prodotti dell’industria chimica: lo standolio

Lo standolio è l’olio siccativo o semi-siccativo che viene modificato per riscaldamento a temperature superiori ai 260 gradi, ma non oltre i 320, sia in presenza che in assenza di aria: il procedimento industriale in questione, il quale viene appunto denominato “standoilizzazione”, viene di solito compiuto tra i 280 e i 330 gradi, più precisamente in delle caldaie aperte oppure in degli autoclavi costruiti con metalli inattaccabili dagli acidi grassi, preferibilmente con una lamiera d’acciaio inossidabile.

Chimica industriale: come si ricavano gli oli siccativi

Gli oli siccativi sono quegli oli gliceridi che caratterizzano la chimica industriale e che presentano in maniera spiccata il fenomeno della siccavitazione. In pratica, si tratta del fenomeno che consiste nell’assorbimento da parte degli oli di ossigeno senza alcun tipo di irrancidimento. Questi elementi, inoltre, si caratterizzano per i loro acidi grassi, con tanto di doppi legami, non necessariamente coniugati tra loro. I principali oli siccativi sono quasi tutti ricavati dai semi, vale a dire quello di legno di Cina, quello di lino, di noce (ricavato in particolare dai frutti), di oiticica, l’olio di papavero e l’olio di perilla.

Superfici metalliche: l’uso delle vernici industriali

Per proteggere in maniera efficace le superfici metalliche si utilizzano delle apposite vernici industriali. Esse possono essere divise in tre grandi categorie: le vernici ai grassi, quelle cellulosiche e infine le vernici a resine sintetiche. Per quel che concerne la prima tipologia appena menzionata, c’è da dire che sono costituire da oli siccativi, resine, diluenti e pigmenti. Gli oli siccativi hanno la proprietà di indurire per effetto dell’ossigeno dell’aria; la cottura, in questo caso, ha lo scopo di aumentare la proprietà siccativa dell’olio stesso, ma bisogna ricordare che anche l’essenza di trementina, una volta aggiunta all’olio di lino, può favorire la fissazione dell’ossigeno dell’aria da parte dell’olio.