L’esame della scintilla per la ghisa

L’esame della scintilla, quando viene condotto da un osservatore sperimentato, rappresenta un metodo molto rapido per classificare gli acciai a seconda della loro composizione chimica. È ovvio che non si può in alcun modo sostituire l’esame in questione all’analisi chimica vera e propria e neanche di identificare gli acciai che rilevano dal punto di vista industriale quando hanno una composizione sconosciuta; ciò nonostante, un buon operatore può riuscire a classificare gli acciai al carbonio fino a un contenuto di 0,2 punti percentuali, oltre alla possibilità di identificare gli acciai legati e che contengono cromo, tungsteno, vanadio e molti altri con l’approssimazione dell’1%.

Il vantaggio indiscutibile che bisogna menzionare in tal caso è quello di poter effettuare l’analisi direttamente in officina, senza alcuna apparecchiatura speciale. La prova consiste essenzialmente nel mantenere l’acciaio a contatto con una mola abrasiva ruotante ad alta velocità, esaminando i caratteri della scintilla che si ottiene. Il principio su cui si basa l’esame è quello che segue: mantenendo un pezzo di acciaio a contatto con una mola abrasiva ruotante ad alta velocità, l’attrito tra il metallo e la mola stessa dà luogo a un alto sviluppo di calore che porta a incandescenza le particelle di materiale staccate dai grani abrasivi e proiettate verso l’esterno.

Dato che l’occhio umano fissa le immagini per un certo tempo, esso non riesce a seguire la traiettoria delle particelle incandescenti che appare invece visualizzata sotto forma di tracce luminose differenti a seconda della composizione dell’acciaio. Disponendo, poi, di una piccola mola portatile, si può svolgere l’analisi anche sui pezzi di grandi dimensioni. Per l’esame di pezzi comuni conviene impiegare una mola piccola e pulita, di durezza media, con una velocità periferica di venti metri al secondo. Negli acciai comuni al carbonio, infine, la brillantezza del fascio e la quantità di ramificazione aumenta con il tenore di carbonio.