Lo spillamento industriale del vapore

Lo spillamento consiste essenzialmente nel prelievo di una certa quantità di vapore da uno o più punti di una turbina: l’intento che si vuole ottenere è quello di riscaldare l’acqua che serve per l’alimentazione della caldaia. Il vapore in questione, poi, essendo prelevato in una zona intermedia del suo percorso attraverso la macchina termica, non completa la sua espansione vera e propria. La relativa perdita che si può avere in relazione al lavoro, comunque, viene ben compensata dalla maggiore quantità di vapore che è prodotta dalla caldaia a parità di combustibile bruciato per il fatto che l’acqua di alimentazione può essere preriscaldata a una temperatura superiore a quella che viene raggiunta col vapore di scarico.

Dal punto di vista teorico, il miglioramento che riesce a conseguire il rendimento in questione è dovuto al fatto che, mentre il calore che è asportato dall’acqua di refrigerazione del condensatore va completamente perduto, il calore del vapore spillato viene interamente sfruttato, dato che l’acqua derivata dalla sua condensazione torna in caldaia. Gli spillamenti vengono disposti in modo che tra l’uno e l’altro il vapore subisca un salto di temperatura di circa 50-60 gradi e il loro numero dipende dalla grandezza della macchina; nelle grandi turbine arriva a cinque o sei. Il vapore prelevato va ad appositi apparecchi riscaldatori, in cui investe dei tubi generalmente a serpentino percorsi in controcorrente dall’acqua di alimentazione relativamente fredda.

Il vapore si condensa e passa ad altri riscaldatori a temperature sempre più basse e infine si scarica nel pozzo caldo. Invece l’acqua per alimentare la caldaia viene prelevata dal pozzo caldo e segue un processo inverso attraverso i riscaldatori fino a raggiungere una temperatura che è prossima ai duecento gradi. In questo modo si può sopprimere l’economizzatore e tutto il calore dei prodotti della combustione viene usato per preriscaldare l’aria e raggiungere una temperatura che sia più alta possibile.