L’accordo Libia-Sicilia sulla pesca industriale

Sono passati appena quattro giorni dall’importante attuazione dell’accordo che è stato sottoscritto dalla Regione Sicilia e dalla Libia: si tratta di un’intesa che ha una fondamentale valenza dal punto di vista industriale e la cui firma risale ormai allo scorso 21 gennaio, quando a Tripoli si sono incontrati il presidente del Consiglio Mario Monti e il premier libico, Abdurrahim El Keib. Il riferimento deve andare necessariamente alle attività marittime e a tutto quello che è collegato ad esse. Che cosa è stato previsto nello specifico? Il settore ha espresso tutta la propria soddisfazione per un accordo di queste dimensioni e di tale portata, tanto che perfino i sindacati e le varie cooperative della pesca che erano presenti hanno valutato il tutto in maniera positiva.

La collaborazione, d’altronde, sarà fondamentale per implementare tutte le strategie che sono state concordate. Inoltre, è previsto un coinvolgimento importante e diretto da parte delle aziende della regione che fanno capo alla filiera ittica, una delle più attive per quel che concerne la Sicilia. L’intesa prevede appunto che si possano intensificare diversi tipi di attività: gli esempi più interessanti sono rappresentati dalla pesca industriale, da quella artigianale, dall’industria che è attiva nel campo della trasformazione e lavorazione di quanto pescato, senza dimenticare la cantieristica navale, il comparto per la ristrutturazione dei porti che sono presenti nella costa libica e la cosiddetta acquacoltura.

Un altro cenno lo si può fare anche con l’industria che è da sempre impegnata nella ricerca, nell’innovazione e nella formazione degli addetti in questione. Tra l’altro, questo dialogo Sicilia-Libia è destinato a intensificarsi, come confermato in più di una occasione dall’assessorato regionale. Il passato è stato caratterizzato da forti incomprensioni e tensioni, ora si vuole voltare pagina: le filiere della pesca e dell’industria agroalimentare saranno impegnati per diverso tempo nella parte di Mediterraneo interessata, con l’isola di Pantelleria che svolgerà un ruolo di primo piano.