I cento anni dalla costruzione della Centrale Montermartini

Roma, Via Ostiense: non siamo molto lontani dal quartiere popolare della Garbatella e proprio in questa zona sorge la vecchia Centrale Montemartini, di fronte ai Mercati Generali. Il complesso industriale in questione venne inaugurato esattamente cento anni fa come la prima centrale a energia termoelettrica della città eterna. Il nome deriva dall’assessore al Tecnologico di quegli anni, Giovanni Montermartini, ma la progettazione vera e propria si deve all’ingegnere Puccioni. In quegli anni, le attività industriali di quel tipo proliferavano in maniera abbondante e la capitale non era certo da meno.

L’inizio delle attività vere e proprie fu caratterizzato dalla costruzione di impianti di tipo idroelettrico, per la precisione quelli di Castelmadama: quindi, la Montemartini fu senza dubbio molto utile per fornire la giusta “linfa” alla illuminazione pubblica cittadini, senza dimenticare le utenze private, con un buon numero di allacci già a partire dal 1912. La storia della centrale è stata piuttosto lunga, ma i vari sviluppi industriali successivi segnarono una svolta importante per la sua sorte. In pratica, furono costruiti impianti nuovi di zecca che la resero “obsoleta”, mentre l’automazione crescente e i costi di manutenzione divenuti nel frattempo più che proibitivi furono una vera e propria pietra tombale per la centrale stessa. Il 1963 è l’anno della decadenza. L’impianto non funzionava più a pieno regime e progressivamente le varie attività furono sospese.

Il turbogas degli anni Settanta, poi, fu il capitolo conclusivo di questa importante centrale. Però, è subentrata subito la capacità dell’archeologia industriale di trasformarsi e rinnovarsi: negli anni Ottanta-Novanta, infatti, la Montemartini venne accuratamente restaurata e in poco tempo è divenuta un centro multimediale per convegni, mostre artistiche e spettacoli di vario tipo. Esistono ancora i motori diesel e le caldaie originali del passato, un modo per comprendere questa splendida evoluzione industriale. Lo spazio interno è oggi molto frammentato e questo consente di organizzare mostre molto interessanti.