Che cos’è la programmazione PLC?

Da qualche decennio a questa parte, la programmazione PLC è diventata sempre più importante per una gestione appropriata degli impianti elettrici, dei processi e dei macchinari industriali. Ma di che cosa si tratta precisamente? PLC è l’acronimo dell’espressione in lingua inglese Programmable Logic Controller: vuol dire, in pratica, controllore a logica programmabile, e fa riferimento a un computer che si interfaccia con i circuiti di un impianto elettrico invece che con gli esseri umani. Il rack è il telaio del PLC, con alcuni posti scheda: uno di questi è dedicato al processore. Vale la pena di sapere che una programmazione PLC efficace offre la possibilità di automatizzare un gran numero di processi industriali: per esempio, il controllo delle temperature o la depurazione delle acque.

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Di che cosa si occupa un programmatore PLC

Tra i compiti dei programmatori PLC ci sono la progettazione, lo sviluppo e il collaudo di programmi applicativi che sono destinati a impianti automatizzati e macchinari industriali che funzionano proprio grazie ai controllori logici programmabili. Si può riassumere la funzione del PLC come quella di un computer industriale che permette di gestire il funzionamento della macchina a seconda del programma che l’utente ha impostato. Questi dispositivi a logica programmabile sono in grado di restare sempre in funzione, senza pause, pur in presenza di vibrazioni, di umidità o di condizioni di temperatura critiche.

Le competenze necessarie per diventare programmatori PLC

Un programmatore PLC prima di tutto analizza i requisiti del software che deve essere messo a punto, per poi impostare le specifiche tecniche del programma e del progetto che ne sarà alla base. Dopodiché si passa alla fase operativa, che prevede il disegno dei quadri elettrici di automazione – a partire dagli schemi elettrici di bordo macchina – e degli schemi di interazione fra i componenti elettromeccanici e quelli elettrici. Una volta che le sequenze del programma sono state strutturate e che i diagrammi di flusso logico sono stati progettati, arriva il momento di scrivere il programma, tramite degli appositi dispositivi di programmazione.

Il lavoro di programmazione PLC

Quando il software di automazione per la programmazione PLC è stato sviluppato interamente, può cominciare la fase di testing. Vengono eseguite, cioè, delle prove che servono a verificare la mancanza di bug e ad appurare che il programma funzioni in base alle attese. Inoltre, la fase di testing permette al programmatore di definire le procedure necessarie per le verifiche tecniche e di accertare che gli standard di qualità previsti siano stati raggiunti. Può succedere che vengano rilevati dei malfunzionamenti, e in questo caso subentra la fase di debugging: quella in cui gli errori vengono circoscritti e risolti attraverso la correzione del codice.

Perché la programmazione PLC è importante

Al giorno d’oggi, migliorare la competitività aziendale è un passaggio che non può prescindere dal ricorso all’automazione: un processo che deve essere implementato con la massima attenzione per garantire una valorizzazione completa delle risorse. I quadri elettrici industriali e gli impianti elettrici devono essere proprio progettati e realizzati nell’ottica dell’automazione.

L’hardware

I sistemi di input e output e il microprocessore sono gli elementi più importanti per la programmazione PLC. Il controller può avere segnali di ingresso e di uscita di due tipi: digitali o analogici. Il ruolo del microprocessore, invece, è quello di eseguire un set di istruzioni, vale a dire una specifica sequenza di operazioni, in tempi brevi.

Come avviene la programmazione

Per provvedere alla programmazione PLC in genere c’è bisogno di utilizzare un software su un computer, che almeno nella prima fase deve essere scollegato dal PLC: a occuparsi di tutto è il programmatore. Dopo che il codice è stato interamente esplicitato e che la fase offline di programmazione è stata effettuata, arriva il momento del download: molto semplicemente, il codice viene scaricato e trasferito nella memoria del PLC.

Il set di istruzioni per la programmazione PLC

Finalizzata alla gestione dei macchinari e degli impianti elettrici industriali, la programmazione PLC si basa – come si è detto – su set di istruzioni che cambiano in base alla tipologia di PLC che viene adoperata. In linea di massima possono essere effettuati dei confronti tra dati o dei calcoli matematici, ma sono possibili anche unità di misura e manipolazioni di stringhe e dati. La memoria del PLC di solito contiene i file di immagine degli ingressi, che regolano i processi di input, e i file di immagine delle uscite, che invece regolano i processi di output. Esiste, inoltre, un’area della memoria per i file di sistema, proprio come avviene per i computer tradizionali: si tratta di file che i programmatori PLC non possono modificare in prima persona, ma che risultano comunque indispensabili per fare in modo che la struttura funzioni in maniera appropriata.