Nastri trasportatori, storia dell’automazione industriale

e i processi produttivi attuali sono automatizzati il merito è anche dei nastri trasportatori. Si tratta di un’invenzione che ha ormai più di un secolo di vita, se è vero che dei nastri trasportatori – per quanto dalla configurazione ancora non ottimale – venivano impiegati già nell’Ottocento. Una prima svolta si verifica nel 1901, quando la Sandvik, una ditta scandinava, mette a punto una tecnica migliore con l’aggiunta di inediti componenti in acciaio. È però al celebre produttore di auto Henry Ford che si deve l’introduzione del sistema dei nastri di trasporto su larga scala. Anche in Italia, peraltro, è stata l’industria automobilistica a fare largo utilizzo di questi sistemi: il riferimento è, ovviamente, alla storica Fiat.

nastri trasportatori

I materiali utilizzati per i nastri trasportatori

Nella scelta dei materiali di composizione delle rulliere trasportatrici, uno dei più importanti aspetti a cui si deve prestare attenzione è quello relativo ai prodotti che dovranno essere trasportati. È evidente, infatti, che il peso e le caratteristiche degli articoli oggetto di movimentazione sono destinati a condizionare la configurazione dei nastri. La gomma, il silicone e il poliuretano sono alcuni dei materiali che vengono usati di più in tale ambito. Le tele possono essere ad anello o con giunzione metallica, mentre quando devono essere trasportati dei materiali sfusi ai tappeti si aggiungono delle sponde e dei listelli (si pensi, per esempio, alla movimentazione dei trucioli o della segatura).

I nastri trasportatori in alluminio

Molto diffusi sono i nastri trasportatori in alluminio, in modo particolare quando a dover essere movimentati sono dei materiali sfusi. Essi permettono il trasferimento all’interno di una linea produttiva di varie tipologie di materiali, con un peso più o meno elevato. Il telaio in alluminio ha caratteristiche modulari, il che vuol dire che in base alle necessità il profilo può essere allungato, anche di parecchi metri. Il telaio condiziona tanto la funzione quanto la forma di un nastro trasportatore. Preferire l’alluminio rispetto all’acciaio vuol dire poter contare su una struttura dal peso più basso, e quindi rendere più agevole la movimentazione del nastro. Peraltro il telaio non deve essere forato, ma gli accessori possono essere montati solo tramite il fissaggio di viti e l’inserimento di dadi all’interno delle cave.

Le caratteristiche dei nastri trasportatori industriali

I nastri trasportatori industriali si distinguono da altre soluzioni di trasporto non solo per la possibilità di portate elevate, ma anche perché richiedono un costo di sorveglianza minimo e al tempo stesso consumano una quantità di energia limitata. Essi garantiscono e velocizzano la produzione nell’ambito di una catena di montaggio rendendo possibile il trasporto di singoli oggetti o di materiali in massa, come per esempio la sabbia. I nastri trasportatori sono disponibili in varie tipologie, ma in linea di massima hanno alcuni componenti in comune: le tele per il nastro, i rulli a supporto del nastro e il telaio in alluminio.

A che cosa servono le rulliere nastri trasportatori

I nastri trasportatori in plastica, in nylon, in PVC o in gomma sono i più indicati per un uso generico. In questo caso si ha a che fare semplicemente con un tappeto sul quale le merci da trasportare vengono fatte scivolare; vi si ricorre, tra l’altro, in ambito farmaceutico o nel settore alimentare. Ci sono, poi, le rulliere nastri trasportatori, ideali per il trasporto di contenitori come casse o bancali in magazzino. Le rulliere possono essere motorizzate o folli, cioè funzionanti attraverso la spinta esercitata da chi posiziona il carico o in virtù della forza di gravità. In base alle esigenze, le rulliere possono avere una traiettoria curva o lineare.

Gli impianti alternativi

Al di là dei nastri trasportatori propriamente detti, vale la pena di citare gli impianti alternativi: i nastri elevatori, per esempio, vengono adoperati per trasportare in senso verticale le merci sfuse. I dispositivi a catena, invece, sono destinati a movimentazioni intensive che presentano una certa resistenza, tipiche dell’industria del riciclo, dell’automotive o del settore alimentare. Come si può notare, dunque, il materiale di composizione è solo uno degli aspetti che permettono di distinguere e di differenziare i nastri: tra gli altri fattori di cui si deve tenere conto ci sono anche la temperatura di esercizio, la posizione del sistema e il tipo di carico che deve essere movimentato.

Come scegliere i materiali migliori

Per una scelta ottimale dei materiali da utilizzare per i nastri trasportatori è opportuno prendere in esame molteplici fattori, a cominciare dalle caratteristiche dei materiali che dovranno essere trasportati. È chiaro, per esempio, che se questi sono abrasivi e corrosivi sono necessarie delle precauzioni specifiche: i graniti e le argille, che si rivelano molto abrasivi, inducono a privilegiare rulli più pesanti. Il sale, invece, è un materiale corrosivo che richiede il rivestimento dei rulli con materiali speciali che consentano loro di resistere nel tempo ed essere sempre protetti.