Chimica industriale: il cotone collodio

Spesso si sente parlare in ambito chimico delle soluzioni di cotone collodio che sono immerse nei miscugli di etere ed alcol. Il collodio in questione non è altro che un liquido limpido e piuttosto sciropposo, incolore o al massimo leggermente giallo, dall’odore fortemente etereo: una volta che viene spalmato sulla pelle oppure su una superficie di qualunque tipo, si viene a formare uno strato molto sottile che, in breve tempo, diventa secco e aderente. La pellicola che si può ottenere in questa maniera a seguito dell’evaporazione del solvente, tende a infiammarsi e bruciare molto rapidamente, addirittura con una leggera deflagrazione, ma solamente nel caso in cui sia posta in contatto con una fiamma.

Il collodio ordinario, il quale può essere elastico, vale a dire incorporato con il 3% di olio di ricino, oppure medicato (come ad esempio avviene con il collodio iodoformizzato e quello salicilato) trova impiego nelle sue varie forme per fissare i bendaggi, ma anche per procedere all’occlusione di piccole ferite; non meno importante è il suo utilizzo in qualità di anticongestivo locale. Il collodio fotografico, al contrario, è una soluzione di cotone collodio in una miscela che viene ad essere costituita da due parti di etere e una di alcol; il suo impiego è molto utile per quel che concerne la preparazione delle lastre e delle carte sensibili.

Nell’industria, il collodio viene utilizzato, per lo più, per la collodionatura delle reticelle ad incandescenza, ma serve anche per le vernici; in quest’ultimo caso, poi, si è soliti preparare delle soluzioni di cotone collodio in acetato di amile, in solitaria oppure insieme ad altri solventi. Infine, un ultimo cenno lo merita il cosiddetto “collodio umido”: si tratta di quei procedimenti fotografici che in passato erano soliti sfruttare tale soluzione come legante per le emulsioni fotosensibili. I due casi più importanti sono quello dell’ambrotipo (1852) e del ferrotipo (1856), con questo aggettivo così particolare che stava a indicare l’esposizione dei supporti quando erano stati appena preparati.