La realizzazione del filato di cotone pettinato

Il filato non è altro che un insieme di fibre tessili unite, disposte in maniera parallela e ritorte in modo da formare un filo continuo da adoperare poi per la confezione di tessuti o altre applicazioni: una delle tipologie più interessanti è sicuramente quella del filato di cotone pettinato. Come lo si ottiene di preciso? La prima fase di questa procedura consiste nella cosiddetta “mischia”: in pratica, si punta a ottenere un filato che risulti sempre perfettamente omogeneo, distendendo moltissime balle di cotone sul pavimento e prelevando da esse le falde da immettere in una grossa macchina. Poi, il cotone viene inviato alle macchine di apertura. La seconda fase è proprio quella dell’apertura e consiste nella scomposizione dei fiocchi di cotone, una operazione necessaria per liberare gli stessi dalle eventuali impurità.

Le macchine dei battitoi, invece, hanno la funzione di liberare il più possibile il cotone dallo sporco e dalla polvere, oltre che da qualsiasi altra impurità che non sia stata eliminata nelle fasi precedenti. Inoltre, con la battitura si ha la possibilità di sciogliere le fibre e di raccoglierle in uno strato sottile, l’ovatta. Quest’ultima è avvolta in un grosso rotolo e va ad alimentare la carda. Si arriva poi a una delle fasi più importanti in questo senso, quella della cardatura. Le fibre vengono sciolte e separate in maniera perfetta e poi disposte in uno strato molto sottile, di lunghezza indefinita e conosciuto con il nome di “nastro di carda”.

Le macchine pettinatrici rimuovono le fibre che sono al di sotto di una data lunghezza, mentre nella fase di stiro i nastri che escono sono riuniti tra loro in numero di sei o otto. La banca a fusi riceve successivamente il nastro di stiratoio, provvede ad allungarlo e gli conferisce poca torsione, avvolgendolo in una spola. Si conclude il tutto con il filatoio ad anello, in cui avviene la filatura vera e propria.