Crisi energetica: accelerazione delle rinnovabili

Spinta alla transizione e all’indipendenza energetica, i dati IEA 

La crisi energetica come sfida ma soprattutto opportunità per una trasformazione energetica della quale l’Italia può essere battistrada e motore in Europa: questa la conclusione del report “World Energy Outlook 2022” presentato oggi nella Sala Capitolare del Senato. Un evento promosso da Enel e al quale sono intervenuti il Direttore Esecutivo dell’International Energy Agency (IEA), Fatih Birol, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza, Gilberto Pichetto Fratin, e l’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo Enel Francesco Starace.

Infatti, come dimostrato dall’ultimo report IEA, la crisi energetica 2022 ha innescato in Europa un’accelerazione sulle rinnovabili, tale da portare il Direttore dell’Agenzia internazionale a dire che, nei prossimi 5 anni, la produzione di energia pulita vedrà una crescita maggiore agli ultimi 20 anni. E, questo, per via di 3 trend verificatisi proprio nel 2022:

  • nell’Unione Europea, l’aumento del solare e dell’eolico (+41%), delle pompe di calore (+40%) e delle macchine elettriche (+15%), con rispettiva riduzione delle emissioni di anidride carbonica (-2.5%);
  • nel mondo, l’aumento dell’accesso all’elettricità, la riduzione dei costi dell’energia solare e, soprattutto, la maggiore sensibilità diffusa ai cambiamenti climatici, alla sicurezza e all’indipendenza energetica.

Come ha osservato il Direttore dell’International Energy Agency (IEA), Fatih Birol, “le macchine elettriche nel 2019 erano solo il 3%: nel 2030, in Europa, USA e Cina una vettura su due sarà elettrica”. 

Secondo l’AD di Enel e il Direttore IEA, bisogna diversificare le risorse energetiche, per affrontare meglio eventuali altre crisi, e cambiare la proporzione tra tecnologie “tradizionali” e innovative a favore di queste ultime. Un percorso utile anche a raggiungere un migliore equilibrio nella catena di fornitura di materiali ed elementi per gli impianti rinnovabili (cobalto, litio, rame, acciaio di alluminio, componentistica per pannelli solari e impianti eolici, batterie e pompe di calore) che, in questo momento, vede la predominanza della Cina. 

L’elettrificazione è il futuro: il punto è come produrre e consumare l’energia elettrica in modo “pulito” e più efficiente – riducendo emissioni, sprechi e costi.

Un futuro che porta inevitabilmente all’evoluzione tecnologica, dalle infrastrutture alla produzione di energia pulita, e al costante aumento dei consumatori-produttori (prosumer). Due coordinate fondamentali, che da parte di Enel hanno visto finora progetti concreti e rilevanti – tra i quali:

Secondo il Ministro Pichetto Fratin, bisogna snellire le procedure, andando a creare una condizione di percorso agevolato per i nuovi impianti e l’aumento dei prosumer. E, questo, anche grazie allo stimolo del PNRR, che prevede investimenti molto rilevanti, e alle nuove forme di consumo e produzione come, appunto, le Comunità energetiche. «Per le comunità energetiche rinnovabili, il PNRR prevede 2 miliardi e 200 milioni nei prossimi 4 anni, quindi ci aspettiamo almeno 15mila comunità energetiche associando famiglie, imprese ed enti».

La decarbonizzazione come opportunità di crescita, dunque. Che potrà vedere l’Italia come forza trainante della nuova epoca industriale: quella dell’energia pulita. Una transizione ecologica ma anche sociale ed economica, che può segnare la fine della dipendenza dai Paesi fornitori di gas, dalla volatilità dei prezzi o dagli scenari internazionali. Andando invece a ottenere entro il 2030, come rivelato dal Piano 2030 per la filiera elettrica, 360 miliardi di benefici economici, 540mila posti di lavoro in più nelle professioni green e della transizione, e un risparmio sia di 110 miliardi sull’importazione di gas, sia di 270 miliardi di emissioni di anidride carbonica.