Industria meccanica: l’utilizzo del calibro

Il calibro è uno strumento utile per controllare le dimensioni di un oggetto ricavato da una determinata lavorazione industriale: in particolare, si può fare riferimento a un albero e a un foro. Inoltre, esso permette di verificare l’esattezza del profilo di sezioni, della posizione relativa di piani lavorati e di posizioni angolari, in modo da verificare che i pezzi siano conformi dal punto di vista geometrico ai disegni costruttivi. Esistono dei calibri per il rilievo delle dimensioni effettive dei pezzi meccanici, ma anche calibri fissi per il controllo rapido di pezzi lavorati entro tolleranze prestabilite.

Gli attrezzi del primo tipo assumono varie denominazioni a seconda della loro costituzione e del loro modo di operare e possiamo dunque trovare, tra quelli più utilizzati, il calibro Columbus, il calibro a corsoio con vite micrometrica, il calibro a corsoio per misure di profondità, il calibro a corsoio per ruotismi, il calibro a vite o Palmers e i calibri campione o Johansson. Quelli del secondo tipo, invece, sono usati quasi esclusivamente nelle lavorazioni di serie. Il calibro a corsoio, in particolare, è costituito da un’asta rettilinea graduata in millimetri o in frazioni di pollici, lungo il bordo di cui può scorrere un’altra asta più corta (il corsoio appunto), portante anch’essa una graduazione che è in rapporto con la misura che si vuole effettuare. Altra tipologia molto interessante è quella del calibro Columbus.

Nel dettaglio, esso ha la caratteristica di indicare in contemporanea la stessa misura per diametri esterni, diametri interni e profondità. Sia l’asta graduata che il corsoio sono provvisti di due beccucci, costruiti con i bordi di misura allineati e impiegati a coppia per le misure esterne e quelle interne. Al corsoio è inoltre solidale una linguetta che, scorrendo in una guida ricavata sul retro dell’asta stessa, sporge da quest’ultima consentendo in tal modo le misure di profondità.