Industria metallurgica: la lingottiera

La lingottiera è un elemento più che utile per quel che concerne l’industria metallurgica: si sta parlando infatti dello stampo in cui si colano i metalli fusi per ottenere, dopo che la solidificazione è giunta alla sua fase finale, dei blocchi che siano relativamente maneggevoli: il peso di questi ultimi può variare da pochi grammi in relazione ai metalli preziosi ad alcune decine di tonnellate nel caso dell’acciaio. Le lingottiere sono fatte di materiali molto diversi tra loro, ma il più comune è senza dubbio la ghisa, anche se non vengono disdegnati gli impieghi di bronzo, acciaio e terre refrattarie. Anche le forme delle lingottiere sono piuttosto variabili.

Talvolta, si fanno cilindriche per materiali che devono essere sottoposti alla tornitura, ma più di frequente sono di sezione quadra, esagonale, ottagonale e con gli spigoli opportunamente arrotondati. In genere, sono anche tronco-piramidali per agevolare l’uscita del lingotto metallico, la cui estrazione, nel caso di dimensioni piuttosto ampie, avviene tramite l’ausilio di una macchina provvista di stantuffo idraulico. In alcuni casi, la lingottiera è in due pezzi, costituita da un tronco piramidale che si appoggia su una piastra di base. Per evitare il deterioramento che si può verificare nelle pareti interne, queste ultime vengono laccate con una adeguata vernice a base di catrame anidro o anche di alluminio.

La colata viene effettuata direttamente dall’alto della secchia, oppure, in alternativa, facendo gorgogliare il metallo stesso dal basso attraverso un apposito canale di adduzione. Quando si pone in essere la colata in lingottiera, si fa ovviamente riferimento alla fusione metallurgica; la forma che viene sfruttata nella maggior parte dei casi è quella della “conchiglia”, ricavata in ghisa o in acciai particolari, in primis al cromo-tungsteno o al cromo-manganese, le scelte più azzeccate se si vuole alzare la temperatura del processo di produzione industriale in questione, nonostante il costo sia più elevato rispetto a quello dell’analogo a perdere.