Inquinamento industriale: la minaccia degli ftalati

I nostri mari sono sempre più invasi da una nuova e minacciosa forma di inquinamento industriale.

Si tratta degli ftalati, sostanze ad alto contenuto tossico, presenti anche in alcuni prodotti commerciali, e responsabili di alcuni disturbi dal punto di vista sanitario: volendo essere più precisi, questi composti non sono altro che agenti plastificanti, sfruttati a man bassa dall’industria chimica e utilizzati in combinazione con solventi, adesivi, vernici e pesticidi. Il problema è che gli ftalati si trovano anche in oggetti di uso comune, come ad esempio la plastica di alcune apparecchiature mediche, in alcuni imballaggi, nei prodotti di cancelleria e perfino nei giocattoli.


I rischi per la salute subentrano però soltanto a fronte di un assorbimento massiccio, ma ciò non toglie che la sostanza va studiata nel dettaglio: le zone balneabili della penisola, in particolare quelle dell’Adriatico, presentano quantitativi eccessivi di tali composti, ma un rimedio efficace sembra esserci. Grazie infatti a un’apposita mappatura “chemiometrica”, si può calcolare la presenza effettiva degli ftalati nell’ambiente e nelle acque marine.

Alcuni specifici gruppi chimici sono tra i più diffusi, ma proprio questa tecnica può consentire di approfondire la conoscenza della loro struttura e il conseguente trattamento, magari anche grazie a una nuova cultura industriale.