Le lavorazioni manuali con le polveri abrasive

Attraverso l’utilizzo di polveri abrasive o di lime dello stesso tipo, si possono andare a lavorare dei materiali temprati, ma non solo. In effetti, queste specifiche polveri, una volta che vengono mescolate con grassi oppure oli vegetali, a seconda della forma della superficie che deve essere lavorata, sono stese opportunamente su piani, cilindri, cuscinetti di rame, ghisa e alluminio; il passaggio successivo, poi, prevede la pressione su di essi mediante dei cilindri realizzati in acciaio. Gli smerigliatori ottenuti in questa maniera vanno comunque lavorati in maniera preventiva, così da riuscire a realizzare le superfici stesse con la migliore precisione possibile.

Essi devono essere meno duri dei pezzi che vanno lavorati; possono essere sfregati sugli smerigliatori stessi o questi su quelli, permettendo così una variazione continua ed efficace della direzione e del senso del moto. Le polveri abrasive permettono di dar vita a superfici che sono semplicemente sgrossate, lisciate, rettificate e anche levigate. Pertanto, si utilizzano di solito delle polveri abrasive di grana compreso tra 80 e 150 per la lavorazione, tra 180 e 220 per quel che concerne l’allisciamento e tra 240 e 500 in relazione alla rettifica che è stata citata in precedenza. Per la levigatura, invece, si usano allumina e ossido di ferro per i materiali più teneri, l’ossido di cromo e la polvere di diamante per quelli più duri.

A seconda dello stato iniziale della superficie, inoltre, si può avviare la lavorazione con polveri abrasive più o meno fini e seguitarla poi in modo progressivo con polveri man mano più fini sino a ottenere la lavorazione che si desidera. Per quel che riguarda, infine, i materiali che non sono temprati, si possono ottenere superfici levigate anche solo con minio stemperato nell’olio. Maggiore effetto è possibile mescolando al minio stesso un po’ di grafite oppure in alternativa l’ossido di cromo (la miscela con i grassi è un’ulteriore scelta).