Industria della carta: come funziona la seccheria

La seccheria è una delle parti principali della macchina continua che viene utilizzata nell’industria della carta. Lo scopo di essa è quello di disidratare in modo quasi completo il nastro continuo, facendolo passare sopra dei cilindri essiccatori, riscaldati con del vapore saturo alla pressione di circa due atmosfere. I cilindri in questione sono realizzati di solito in ghisa: il loro diametro, inoltre, e il loro numero tendono a variare a seconda delle larghezza e della velocità che sono previste. L’insieme dei cilindri essiccatori (la cosiddetta “batteria”) è suddiviso in una o più sezioni distinte, ognuna delle quali è formata da un certo numero di cilindri che sono disposti su due file sovrapposte.

Il vapore entra nei cilindri attraverso il perno, il quale è cavo. La condensa, invece, viene estratta con i sistemi più diversi e ciò in relazione alla velocità di rotazione che è prevista per i cilindri stessi. Gli ultimi cilindri essiccatori sono mantenuti a temperatura decrescente; l’ultimo in assoluto, poi, viene raffreddato con la circolazione di acqua, dato che la carta deve necessariamente uscire dalla seccheria asciutta ma fredda. La superficie dei cilindri viene mantenuta pulita da speciali coltelli raschiatori. Su ogni sezione agisce un comando differenziale: la differenza di velocità è necessaria per andare a bilanciare i ritiri che la carta subisce nel corso dell’asciugamento. Il comando è trasmesso a tutti i cilindri della sezione attraverso degli ingranaggi.

La seccheria è quindi ricoperta da una cappa in lamiera di alluminio, la quale ha il compito di convogliare le fumane e scaricarle nell’atmosfera. La carta, entrando nella prima sezione, passa sul primo cilindro inferiore, poi sul secondo superiore e così via. Essa è tenuta aderente alla superficie dei cilindri con degli opportuni feltri a forma di anello. Ogni fila, infine, ha un proprio feltro, il quale è utile per assorbire il vapore acqueo che la carta tende a liberare.