Lo sviluppo dell’industria italiana ancora troppo poco digitale

Ci sono tendenze importanti da analizzare a proposito dello sviluppo dell’industria italiana. Una recente ricerca biennale condotta da Bonfiglioli Consulting, intitolata “What’s Next nelle Operations? Benchmarking Study“, traccia un quadro sintetico e dettagliato dello stato di maturità dell’industria nazionale nel suo percorso verso la Smart Factory. Lo studio ha coinvolto un campione di oltre 100 aziende, prevalentemente con più di 100 dipendenti, analizzando le performance in cinque aree cruciali.

I risultati evidenziano un’industria con virtù consolidate in aree specifiche, ma che presenta un persistente ritardo nell’adozione delle tecnologie digitali. Sul fronte positivo, l’Italia eccelle in Sostenibilità, raggiungendo un elevato indice di maturità medio dell’89%. Anche l’Efficienza di Operations e Supply Chain mostrano buone performance, attestandosi rispettivamente al 71% e 67%. La gestione delle Risorse Umane è discreta con un indice del 58%.

sviluppo dell'industria italiana
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Il freno della digitalizzazione e i bassi investimenti per lo sviluppo dell’industria italiana

Il vero elemento di criticità è la Digitalizzazione, che si ferma al 48%, risultando l’area con il maggiore potenziale di sviluppo inespresso. Come sottolineato da Michele Bonfiglioli, CEO della società, sebbene l’industria dimostri una forte “cultura al miglioramento continuo”, il divario digitale non è più sostenibile, poiché l’adozione dell’AI e delle tecnologie innovative è vitale per la competitività.

Questo ritardo è riflesso anche nei bassi investimenti. La maggior parte delle aziende (72%) destina solo tra l’1% e il 5% del fatturato alla digitalizzazione. Solo un esiguo 2% supera la soglia del 10%. Le soluzioni digitali più diffuse sono i sistemi ERP (73%), seguiti da piattaforme CRM (34%) e software MES (32%).

L’intelligenza artificiale è ancora marginale per lo sviluppo dell’industria italiana

Soluzioni più avanzate restano marginali. Solo un’impresa su quattro utilizza il Cloud, e tool come la Realtà Aumentata/Virtuale (22%), il Digital Twin (9%) e la Robotica Avanzata (12%) sono ancora poco diffusi. In particolare, l’Intelligenza Artificiale è ancora in fase embrionale: ben il 55% delle aziende non l’ha ancora implementata, il 34% ne ha avviato l’impiego, ma solo il 3% la utilizza in modo consolidato.

Il tasso di penetrazione della Generative AI e degli Agenti AI nell’industria italiana è ancora estremamente basso. Solo il 9% delle imprese ha integrato la Generative AI nei propri processi operativi. Un ulteriore 32% la sta attualmente testando, dimostrando un interesse ancora prevalentemente esplorativo.

Similmente, gli Agenti AI si trovano in fase pilota in appena un caso su dieci (12%), con applicazioni che spaziano dal customer service all’area sales & marketing, fino alla ricerca e sviluppo.

Le principali barriere all’adozione digitale

Questo ritardo nell’adozione non è casuale ed è strettamente legato alle principali barriere che frenano la transizione digitale nell’industria:

Mancanza di competenze interne. Citata nel 42% dei casi, rappresenta l’ostacolo maggiore, indicando una carenza di personale qualificato.

Qualità dei dati. Segue al secondo posto (40%), evidenziando le difficoltà delle aziende nel disporre di dati affidabili e strutturati.

Integrazione con i sistemi esistenti. Ritenuta un problema dal 38% delle imprese, sottolinea la complessità nell’armonizzare le nuove tecnologie con le infrastrutture IT datate.

È interessante notare come il costo delle tecnologie sia citato solo dall’11% degli intervistati, suggerendo che le sfide maggiori sono di natura organizzativa e culturale piuttosto che meramente finanziaria.