Organi meccanici: le macchine di sollevamento e trasporto

Le macchine di sollevamento e trasporto sono essenziali in ambito industriale, in quanto rappresentano una delle tipologie più diffuse di organo meccanico.

Un esempio molto interessante è quello della binda a dentiera: la portata di questo macchinario arriva fino a venti tonnellate complessive, mentre la corsa è inferiore a mezzo metro. La manovra viene posta in essere intervenendo su un’apposita manovella con braccio pari almeno a trecento millimetri, la quale è munita di arpionismo. Inoltre, essa è dotata di un rocchetto di quattro denti che con degli appositi riduttori riesce a trasmettere il moto alla dentiera stessa.

La cassa è realizzata in acciaio, in ferro o in legno, gli ingranaggi soltanto in acciaio. Il martinetto a vite, invece, è una macchina ad arresto spontaneo. La portata può arrivare fino a trentacinque tonnellate: per migliorare questo rendimento, poi, si sfrutta solitamente una vite in acciaio e madrevite in bronzo; il corpo, al contrario, viene fuso in ghisa o costruito in lamiera d’acciaio. Anche il paranco differenziale è una macchina ad arresto spontaneo ed è formata da una carrucola mobile a gola liscia e da una carrucola fissa a doppia gola: la corsa non supera mai i sei metri, mentre la forza motrice sulla catena di manovra è pari almeno a un quintale.

C’è poi il paranco a vite: la manovra in questo caso fa girare una vite senza fine, in modo da azionare la ruota coniugata in modo rigido e su cui si avvolge la catena di sollevamento. Nell’ipotesi in cui la vite presenti un solo filetto, allora si ha l’arresto spontaneo, ma è comunque necessario il freno. Infine, si può citare l’esempio del verricello a ingranaggi. L’albero delle manovelle, in cui è chiavettata la ruota, presenta anche un freno a nastro e l’arpionismo. Una volta sollevato il braccio girevole, si può spostare l’albero verso destra, così da far ingranare le ruote.