Ottoni, bronzi e leghe leggere

Nel trattamento termico dei materiali non ferrosi, uno dei discorsi principali si riferisce ai cosiddetti ottoni.

Il sistema rame-zinco può dar luogo infatti alla formazione di tre fasi distinte: la prima di esse è una soluzione solida con dei cristalli faccia-centrati, con un colore che può essere rossastro ma anche giallo tendente al verde, a seconda ovviamente di quello che è il contenuto del rame. Si tratta per l’appunto di una soluzione malleabile e a freddo, volendo essere ancora più precisi. Ciò nonostante, questa fase si forma all’inizio della solidificazione degli ottoni stessi. La seconda fase consiste invece in una soluzione solida che contiene almeno il 37% di zinco e che conferisce al metallo una maggiore durezza.

La terza fase, infine, consiste in una soluzione solida di colore biancastro, ma con molta fragilità. Per quel che concerne invece i bronzi, le fasi sono quattro: nel dettaglio, si potranno ottenere una soluzione malleabile e tenace a freddo ma non a caldo (il colore è variabile dal rosso al giallo arancio), una soluzione più dura e difficilmente lavorabile a caldo, una soluzione dura e fragile dal colore azzurro pallido e una soluzione durissima e fragilissima, solitamente non compatibile col normale impiego industriale. Un discorso più ampio, poi, lo meritano le leghe leggere. Si tratta appunto di leghe che hanno come componenti principali l’alluminio o il magnesio e una densità media che non è superiore ai tre chilogrammi per decimetro cubo.

In tali condizioni rimane inalterata gran parte della plasticità del metallo base, ma le sue proprietà resistenti sono molto pregiudicate dalla presenza di corpuscoli fragili. Un riscaldamento abbastanza lungo a una temperatura che è inferiore a quella corrispondente alla comparsa della fase liquida, porta in soluzione solida queste particelle che non sono appunto desiderate. Si ottiene così un materiale omogeneo, il quale rimane tale anche dopo un repentino raffreddamento, grazie soprattutto alle sue capacità.