Impianti e focolari per combustibili

I focolari per combustibile prevedono lo sfruttamento di quest’ultimo in tre stati, vale a dire liquido, polverizzato e gassoso.

Nel primo caso, l’impianto comprende in generale un sistema di alimentazione dell’olio combustibile, il quale può essere o “a gravità”, con il serbatoio di servizio disposto pochi metri più in alto dell’iniettore e provvisto di indicatore di livello e di scarico, oppure “diretto” dal serbatoio principale con pompa, per lo più a ingranaggi, comandata con riduttore da un motore elettrico. Sulla tubazione del combustibile, inoltre, sono inseriti diversi elementi: si tratta, nello specifico, dell’apparecchio di riscaldamento e dei filtri doppi. È comunque previsto anche un sistema di polverizzazione dell’olio.

Forni a induzione: frequenza industriale e alta frequenza

I forni a induzione a frequenza industriale per la fabbricazione dell’acciaio constano, in particolare, di un nucleo magnetico simile a quello di un trasformatore.

Quest’ultimo, a sua volta, è circondato da un avvolgimento primario direttamente alimentato dalla rete ad alta tensione a frequenza industriale, oppure mediante un trasformatore abbassatore e da un anello costituito da materiale refrattario avente una cavità destinata a contenere la carica. Il flusso inducente prodotto dall’avvolgimento primario viene trasmesso al materiale da riscaldare mediante il nucleo magnetico, andando a generare una forza elettromotrice indotta, la quale provoca una corrente indotta dipendente dalla impedenza del materiale stesso.

Imbutitura: finalità e vantaggi

L’imbutitura rappresenta quella operazione industriale che è volta a ottenere delle forme cave in lamiera, generalmente non sviluppabili, in ferro, acciaio, rame, ottone e alluminio.

Prescindendo dall’imbutitura che viene realizzata a mano, tale processo si esegue di solito a freddo con delle presse meccaniche: le imbutiture forti a caldo con presse idrauliche, invece, permettono di conseguire risultati meno precisi per forma e dimensioni. L’imbutitura meccanica, inoltre, può ottenersi mediante dei premi-lamiere. La pressione in questione, espressa il chilogrammi, non è altro che il prodotto tra il diametro del punzone in millimetri, il diametro iniziale del disco, il carico di snervamento e il coefficiente che dipende dal rapporto di imbutitura.

I torni industriali per le spoglie

Il principio di funzionamento dei cosiddetti “torni per spogliare” è abbastanza semplice da spiegare.

In pratica, il suo tipico utilizzo si riferisce alla fabbricazione delle frese: un punto dell’utensile spogliatore dovrebbe quindi andare a descrivere sulla fresa da tagliare un arco di spirale logaritmica. In questo modo, nelle affilature successive dei denti della fresa non rimarrebbe che un angolo costante di spoglia inferiore. Inoltre, con lo scopo specifico di semplificare al massimo la costruzione, alcuni tipi di torni fanno descrivere dall’utensile in questione un arco di spirale che viene definito “di Archimede”, o anche di cerchio.

Caratteristiche della stampa a freddo e della coniatura

Spesso si parla di stampa a freddo e di coniatura dei metalli, non soltanto quelli industriali.

Ma come funzionano esattamente queste lavorazioni? In questi casi, i pezzi che devono essere sottoposti al trattamento vengono foggiati a freddo all’interno di alcuni stampi: in tal modo si ottengono dei convenienti effetti di indurimento superficiale. Può anche accadere, comunque, che la forma degli stampi stessi vada a sottoporre il materiale a delle azioni di piegamento e di successiva coniatura. In effetti, è possibile andare a coniare dei pezzi che sono stati stampati a caldo in maniera preventiva, così da ottenere una maggiore precisione nella forma e delle dimensioni con tolleranze piuttosto ristrette.

La brasatura dei metalli industriali

La brasatura rappresenta il collegamento di pezzi metallici con una opportuna interposizione di metallo di apporto.

Il punto di fusione, in questo caso, è inferiore a quello del metallo base che deve essere invece collegato: lo stesso metalo di apporto, inoltre, si infiltra per attrazione capillare fra le superfici affacciate dei pezzi da brasare e si lega al metallo base per mezzo della bagnatura, formando delle leghe di transizione. La brasatura può essere essenzialmente dolce. Questo vuol dire che si sfruttano i metalli di apporto che fondono a bassa temperatura, vale a dire al di sotto dei quattrocento gradi.

Organizzazione industriale: le quote varie aggiuntive

Le quote varie aggiuntive derivano, in misura di massima, dalle spese che sono state già effettuate nel momento in cui inizia la produzione di un tipo.

Inoltre, questa stessa voce dell’organizzazione industriale è tenuta in apposito conto da diluirsi sul prodotto all’uscita dello stesso: cerchiamo di capire meglio quali sono le tipologie più diffuse in questo senso. Oltre alla quota spese sperimentali e per la costruzione dei prototipi (al netto dei realizzi), si può citare senza dubbio la quota di avviamento della produzione: si tratta in questo caso delle spese ulteriori che in maniera inevitabile si verificano durante la prima fase di avviamento della produzione (ad esempio, il maggior fabbisogno di materiale e i supplementi alle tariffe di cottimo).

Automazione industriale: generalità e impieghi

L’automazione industriale consente di eseguire in maniera automatica tutte le operazioni di lavorazione, controllo, trasporto e contabilità relative a una intera linea di produzione.

La differenza principale di questo processo con la cosiddetta “meccanizzazione” sta nel fatto che quest’ultima realizza in modo automatico soltanto alcune operazioni, senza un coordinamento delle varie fasi della produzione. A disposizione dell’automazione, inoltre, vi sono macchine transfer, regolatori automatici, calcolatrici elettroniche e molto altro: l’adozione di tali strumenti, comunque, risulta vantaggiosa solo nel caso in cui si ottenga un razionale sfruttamento della macchina.

Organizzazione industriale: la normalizzazione

Il processo di normalizzazione, nell’ambito dell’organizzazione industriale, tende a realizzare il concetto di massima efficienza col minimo costo.

Essa, in pratica, elimina la molteplicità di tipi tanto dei materiali quanto degli elementi costruttivi e dei procedimenti: il tutto avviene mediante un processo di unificazione che non limita le forze creatrici, ma anzi le esalta, in quanto è basato sull’azione collettiva, sulla collaborazione e l’unità di intenti per conseguire la massima semplificazione possibile. Le norme vengono solitamente a concretizzarsi in tabelle, lex e molto altro che comprendono tre categorie fondamentali: le norme fondamentali (servono di base a tutte le altre), le norme sui materiali (vengono fissate le caratteristiche fisico-chimiche dei materiali e le condizioni di fornitura) e le norme dimensionali (si determinano le caratteristiche dimensionali di elementi, sottogruppi e gruppi).

Studi di lavorazione: la ruota dentata per cambio

Con il termine “ruota dentata per cambio” si intende una dentatura elicoidale sbarbata con trentatre denti a modulo normale (2,25 millimetri).

Alla fucinatrice si otterrà un materiale partendo dal laminato cilindrico con un diametro inferiore a quello del foro che si vuole ottenere nelle lavorazioni plastiche: dovendo, in particolare, subire delle operazioni piuttosto delicate alle lavorazioni con asportazione di truciolo, esso dovrà poi essere sottoposto al trattamento di omogeneizzazione, il quale potrà essere di bonifica o di normalizzazione a seconda dei casi particolari. Tutto questo dovrà avvenire prima di passare alle lavorazioni meccaniche e seguire un procedimento di fabbricazione ben preciso.