Prodotti dell’industria chimica: la canfora

La canfora è un composto ciclico che appartiene alla famiglia dei terpeni chetonici: essa esiste nelle due forme che sono otticamente attive, ovvero destro e levo-gira, ma anche come mescolanza delle due (in questo secondo caso si parla di “miscela racemica”). Tutte e tre le forme tendono comunque a fondere alla temperatura di 178 gradi. La più comune in assoluto per quel che concerne la chimica industriale è senza dubbio la destro-canfora, la quale si trova in natura nel legno e nelle foglie dell’albero della canfora, arbusto che crescere in via principale a Taiwan.

Il composto viene preparato anche industrialmente, andando a ossidare il pinene: con tale metodo si riesce a ottenere soprattutto la forma racemica. La canfora ha un odore che è molto caratteristico; cristallizza in lamelle sottili e sublima facilmente a temperatura ordinaria. L’utilizzo principale avviene come plastificante per quel che riguarda la fabbricazione della celluloide e dei film fotografici. Le applicazioni frequenti sono anche quelle relative alla fabbricazione di preparati deodoranti e insetticidi, anche se vengono considerati di minore importanza. In terapia, poi, essa risulta essere utile come linimento e come leggero analgesico. Celebre è il cosiddetto olio di canfora, una miscela di idrocarburi terpenici (safrolo, eugenolo e cineolo solo per citare alcuni esempi) che si ottiene durante la distillazione del legno di canfora in corrente di vapore.

Si distingue in grezzo, leggero e pesante, a seconda della purezza e dell’intervallo di distillazione. L’impiego industriale riguarda anche i solventi e i saponi se si vuole proprio essere precisi. Come già anticipato in precedenza, perfino l’industria farmaceutica viene coinvolta: l’utilizzo avviene a scopo lievemente revulsivo, anestetico e antisettico, ma non bisogna nemmeno dimenticare l’impiego come eccitante cardiaco e respiratorio, attraverso una iniezione di soluzione al 10% di canfora in olio. Di conseguenza, partendo dalla Cinnamomum camphora, l’albero da cui si ricava, si arriva a una serie di soluzioni davvero variegate.