Gli investimenti post-crisi della Zona Industriale Udinese

La sigla Ziu sta a identificare la Zona Industriale Udinese: quest’ultima sta per investire in maniera adeguata, una operazione che si è resa necessaria per affrontare nel migliore dei modi la fase successiva alla crisi economica. Il cda e l’assemblea dei soci sono comunque ottimisti e hanno le idee ben chiare da questo punto di vista. Nello specifico, si punta ad adottare la variante numero quattro al Pti (Piano Territoriali Infraregionale), vale a dire l’ampliamento della zona di circa quarantaquattro ettari (l’estensione complessiva sarà pari a 519 ettari per la precisione). La maggior parte dell’ampliamento di cui si sta parlando si trova esattamente nel comune di Udine.

Di conseguenza, vi saranno dei cambiamenti anche per quel che concerne l’utile di bilancio, con un incremento di 75mila euro (da 108mila a 183mila). In aggiunta, il risultato raggiunto nel corso di quest’anno sarà accomunato al raddoppio del patrimonio netto che è stato registrato nel corso degli ultimi dieci anni, una performance che vale la pena di sottolineare. I numeri della Ziu, infatti, sono considerati da record in quanto non è stato ricevuto nessun tipo di finanziamento da parte della Regione.

La zona industriale in questione ha la possibilità di espandersi per tutto il confine dei comuni di Udine e di Pozzuolo, più precisamente nella direzione della zona ferroviaria nuova di zecca, senza dimenticare la migliorata viabilità e della banda larga. Tra l’altro, l’obiettivo è quello di perfezionare e ultimare l’intera cablatura per quel che concerne l’area nel giro di due mesi. La base d’asta prevede un importo totale di 1,05 milioni di euro. La Ziu ha ormai assunto i contorni di una impresa vera e propria, il che vuol dire che si vuole con forza proseguire in una direzione autonoma e proficua. Non è nemmeno un caso che il sistema di gestione ambientale previsto in questo caso abbia ottenuto la certificazione Iso 14001.