Archeologia industriale: il Museo dell’Olivo e dell’Olio di Torgiano

A Torgiano, piccolo comune perugino di circa seimila abitanti, è possibile imbattersi in un museo davvero interessante: il piccolo borgo umbro, infatti, ha beneficiato da sempre delle eccellenze del proprio settore agricolo e non è un caso che sia presente una struttura dedicata all’olivo e al olio, un museo privato e specializzato. Volendo essere ancora più precisi, tale edificio è anche e soprattutto una splendida testimonianza di quali possono essere le capacità dell’archeologia industriale italiana, visto che il museo è sorto in quelli che un tempo erano gli ambienti di un frantoio locale, ben attivo fino agli anni Sessanta del secolo scorso.

Archeologia industriale: l’ex Cotonificio Muggiani di Rho

Per ammirare una testimonianza davvero preziosa dell’archeologia industriale italiana, bisogna recarsi a Rho, comune lombardo in provincia di Milano: non è un caso, infatti, che questa città sia stata il simbolo della rivoluzione industriale della Lombardia, con numerose industrie e fabbriche che si possono ammirare ancora oggi benché dismesse da diverso tempo. Uno di tali esempi è l’ex Cotonificio Muggiani, divenuto poi nel corso degli anni l’Unione Manifatture. Si tratta di una fabbrica che veniva sfruttata, come si evince facilmente dal nome, per la filatura del cotone: la sua ristrutturazione risale a una quindicina di anni fa ed è una fortuna che sia stato interessato da una operazione del genere.

Archeologia industriale: a Padova si parla dei villaggi operai pugliesi

La conferenza internazionale intitolata Company towns in a global prospective sarà una nuova occasione propizia per parlare nel nostro paese di archeologia industriale: si tratta, nello specifico, del dibattito organizzato per oggi dal Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova, un modo per approfondire un tema di cui spesso ci si dimentica, vale a dire quello dei cosiddetti villaggi operai. In particolare, bisogna assolutamente sottolineare l’intervento del professor Antonio Monte, il quale è ricercatore presso il Cnr-Ibam (Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali) di Lecce.

I tesori dell’archeologia industriale di Cogne

La città valdostana di Cogne è tristemente nota per il delitto del piccolo Samuele Lorenzi, ma al di là della cronaca si può visitare questo comune per motivi molto più validi: ad esempio, l’architettura industriale del posto vanta uno dei complessi più grandi e interessanti della regione Val d’Aosta. Uno degli architetti più importanti in tal senso è senza dubbio Adolfo Ravinetti, responsabile tra il 1915 e il 1918 di un progetto molto esteso dal punto di vista territoriale. In aggiunta, il patrimonio industriale cognino è ben rappresentato dalle centrali idroelettriche che risalgono agli anni Venti del secolo scorso.

Il viaggio nel tempo della Bagnoli industriale

Le Giornate Europee del Patrimonio di questi due giorni hanno avuto un significato molto importante per l’archeologia industriale di Napoli: in effetti, la giornata di ieri e quella odierna sono state dedicate a uno stimolante e interessante “viaggio nel tempo” all’interno della celebre ex area industriale di Bagnoli. Quali sono stati gli eventi principali in questo senso? Anzitutto, la giornata di ieri ha consentito ai visitatori di ammirare i luoghi che un tempo venivano sfruttati per la produzione dell’acciaio, in modo da approfondire nel dettaglio le varie attività lavorative e le storie degli uomini che hanno animato il celebre stabilimento industriale.

Giornate Europee del Patrimonio: l’archeologia industriale di Rieti

La giornata odierna e quella di domani saranno sfruttate al massimo da Rieti per celebrare le Giornate Europee del Patrimonio: in questa edizione del 2012, la città laziale ha deciso di partecipare con il proprio Archivio di Stato, uno dei più interessanti a livello nazionale, focalizzando l’attenzione, in particolare, su un tema molto interessante come l’archeologia industriale. Non è un caso, quindi, che vi sarà un apposito convegno proprio oggi, il quale vedrà come protagonisti Roberto Lorenzetti, direttore dell’archivio in questione, e Renato Covino, numero uno dell’Aipai (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale).

Archeologia industriale: la riconversione dei Frigoriferi Milanesi

Il nome può sembrare bizzarro e particolare, ma in realtà i Frigoriferi Milanesi sono uno dei luoghi principali di Milano dedicati all’arte e alla cultura, nonché uno splendido esempio di archeologia industriale: la loro storia è affascinante e merita qualche cenno. La nascita di questa fabbrica di ghiaccio, dotata di grandi magazzini utili per la refrigerazione industriale, risale al lontano 1899, ma nel corso degli anni le attività peculiari hanno continuato a riconvertirsi, tanto che a seconda dei tempi vissuti si sono avute destinazioni differenti.

A Genova una conferenza sull’archeologia industriale di Cornigliano

Fra tre giorni esatti l’archeologia industriale sarà al centro di un interessante dibattito a Santa Margherita Ligure (provincia di Genova): il merito si deve all’Associazione Spazio Aperto di Via dell’Arco, la quale ha indetto tale conferenza proprio per il prossimo 22 settembre. L’evento in questione ha un titolo significativo ed evocativo, “Archeologia industriale: Genova e Cornigliano, la ricostruzione del paesaggio con l’aiuto della tecnologia”. L’intervento sarà assegnato a Chiara Gardella, storica dell’arte che si è occupata di questo argomento anche nel 2011.

Archeologia industriale: il bacino asfaltifero di Ragusa

In Sicilia sembra che ci si sia dimenticati del bacino asfaltifero della Valle dell’Irminio, nel ragusano: si tratta di una zona mineraria molto interessante e un tempo strategica non solo per l’isola. In effetti, tale area venne sfruttata dal punto di vista industriale sin dal ‘700, con compagnie italiane, tedesche e inglesi che dimostrarono un interesse crescente. Quei ricordi ora sono davvero lontani e l’auspicio espresso da più parti è che vi possa essere una opportuna valorizzazione del posto. L’occasione giusta è stata fornita dalla giornata di ieri, la seconda per quel che riguarda il Convegno Nazionale di Speleologia in cavità artificiali, il quale si sta svolgendo proprio a Ragusa Ibla.

Archeologia industriale lucana: i frantoi e le fornaci di Viggiano

Viggiano, comune in provincia di Potenza che vanta circa 3.200 anime, è celebre dal punto di vista industriale per il suo centro petrolifero dell’Eni: si tratta di un impianto attivo nel trattamento dell’oro nero, la maggiore piattaforma dell’Europa continentale. Non è quindi un caso che la città lucana abbia una vocazione industriale molto ampia, soprattutto per quel che riguarda l’ambito archeologico. Le testimonianze qui presenti sono diverse e tutte molto interessanti. In particolare, non si può non cominciare a parlare dell’attività di molitura del grano.