Il viaggio nel tempo della Bagnoli industriale

Le Giornate Europee del Patrimonio di questi due giorni hanno avuto un significato molto importante per l’archeologia industriale di Napoli: in effetti, la giornata di ieri e quella odierna sono state dedicate a uno stimolante e interessante “viaggio nel tempo” all’interno della celebre ex area industriale di Bagnoli. Quali sono stati gli eventi principali in questo senso? Anzitutto, la giornata di ieri ha consentito ai visitatori di ammirare i luoghi che un tempo venivano sfruttati per la produzione dell’acciaio, in modo da approfondire nel dettaglio le varie attività lavorative e le storie degli uomini che hanno animato il celebre stabilimento industriale.

Fondamentale è stata soprattutto la mostra intitolata “La memoria d’acciaio: una fabbrica, un quartiere, una città”. L’intera esposizione ha beneficiato dell’organizzazione curata dall’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, il quale si è avvalso della collaborazione della locale Soprintendenza Archivistica e dell’associazione Bagnolifutura. In pratica, le sezioni sono state tre, quella dedicata alla fabbrica illustrata, alla fabbrica dipinta e alla fabbrica fotografica: dei panelli descrittivi hanno consentito di visualizzare con chiarezza le vicende più importanti dell’impianto in questione, sin dal momento della nascita, passando per le lotte sindacali e il rapporto con il quartiere circostante. Non si possono dimenticare nemmeno i quadri e le litografie degli operai-pittori e le fotografie che hanno descritto la vita di tutti i giorni all’interno della fabbrica.

L’Aipai (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) ha permesso di effettuare delle visite guidate in bus. La giornata odierna, invece, è stata dominata dall’accesso gratuito allo Science Centre, con visite guidate alle aree espositive e alle zone della vecchia fabbrica. Un momento importante, poi, è stato rappresentato dall’illustrazione del progetto dedicato ai Campi Flegrei a cura dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Statale Francesco Saverio Nitti. La speranza è che anche in futuro si possano ripetere eventi di tale portata, l’archeologia industriale italiana ne ha davvero bisogno.