Archeologia industriale: l’Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Bivongi

L’archeologia industriale del nostro paese è davvero variegata, ma vi sono regioni ricche di testimonianze davvero significative: è il caso della Calabria e non è un caso che proprio di recente sia stato proiettato il documentario “Reggio e la belle époque: archeologia industriale calabrese”. Le industrie del nostro Mezzogiorno sembrano quasi essere state dimenticate dalla storiografia ufficiale, ma in realtà c’è molto da scoprire. La Calabria, in cui il settore primario ha sempre avuto un ruolo preminente, vanta un Ecomuseo di archeologia industriale molto interessante. Si tratta, nello specifico, dell’Ecomuseo delle Ferriere e delle Fonderie, il quale ha il compito di dimostrare la vocazione industriale di questa regione meridionale.

La sede si trova a Bivongi, in provincia di Reggio Calabria: in pratica, è possibile soddisfare diverse curiosità, dato che sono previsti molti itinerari, in primis quello magno-greco, quello bizantino-normanno, quello ambientale-paesaggistico e ovviamente quello di archeologia industriale. Il tutto, poi, consente di ricostruire un quadro unico e affascinante. L’esempio più lampante è quello che si può trovare nella valle bizantina dello Stilaro: i comuni incastonati in quest’area sono appunto Bivongi, Stilo e Monasterace, ma anche nelle cosiddette Serre Calabre è possibile ammirare le principali industrie, soprattutto quelle attive nel campo metallurgico e siderurgico.

Gli itinerari consentono quindi di scorgere impianti e fabbriche un tempo funzionanti a pieno regime, come la centrale idroelettrica “L’avvenire” di Bivongi, il Mulino del Regnante, la Valle dei mulini di Fabrizia, la fontana dei minatori a Pazzano e le terme alcalino-sulfuree Bagni di Guida. Il Regno di Napoli poteva contare su molte province, ma la Calabria era senza dubbio quella più dotata di risorse dal punto di vista minerario: già nell’antichità furono scoperti giacimenti di piombo argentifero e di ferro, ma è nel XIX secolo che l’industria si sviluppa maggiormente, con scoperte di giacimenti di molibdenite e altri metalli per la metallurgia, miniere ancora oggi visibili.