Archeologia industriale: la mostra sulla Fornace di Campamento

La città di Agropoli, in provincia di Salerno, vanta uno degli esempi più interessanti per quel che concerne l’archeologia industriale: si tratta della Fornace di Campamento, un vero e proprio patrimonio del comune campano grazie a una apposita delibera del 2011. Tra l’altro, esso fa anche parte del lungo elenco di beni che vengono considerati di rilevanza nazionale e vincolati dallo Stato, un riconoscimento davvero importante. Non è un caso, quindi, che quattro giorni fa sia cominciata proprio qui una mostra. Si tratta de “La macchina del fuoco: la Fornace di Agropoli da impianto produttivo a museo di archeologia industriale”, un evento che durerà fino al prossimo 19 giugno e che fa parte integrante della quattordicesima settimana della cultura.

Il Palazzo Civico delle Arti ospiterà il tutto, un vero e proprio tuffo nella storia, in un secolo che è stato contraddistinto da vicende ed eventi storici, con le immagini dei luoghi che si alterneranno tra passato, presente e futuro. Il recupero dell’impianto è dunque sempre più completo, visto che anche in Italia si sta finalmente comprendendo che l’archeologia industriale può rappresentare una risorsa, in particolare quando la si sfrutta in questa maniera, coniugando industria e arte. Questa fornace è tutto ciò che resta di un’antica fabbrica di laterizi che è rimasta in vita fino agli anni Settanta del secolo scorso, uno degli elementi fondamentali dell’economia agropolese.

Così, sarà possibile scoprire in modo avvincente la storia della città. I primi “vagiti” della Fornace di Campamento sono stati emessi nel lontano 1891, uno stabilimento pionieristico per quegli anni. I mattoni trasportati erano davvero in grande quantitativo e il trasporto dell’argilla e del carbone era innovativo per l’epoca. La mostra darà spazio a moltissime fotografie che faranno conoscere le fornaci del nostro paese nel corso del ‘900, uno dei modi più azzeccati per comprendere a fondo l’evoluzione di questo settore industriale.