I tesori dell’archeologia industriale di Cogne

La città valdostana di Cogne è tristemente nota per il delitto del piccolo Samuele Lorenzi, ma al di là della cronaca si può visitare questo comune per motivi molto più validi: ad esempio, l’architettura industriale del posto vanta uno dei complessi più grandi e interessanti della regione Val d’Aosta. Uno degli architetti più importanti in tal senso è senza dubbio Adolfo Ravinetti, responsabile tra il 1915 e il 1918 di un progetto molto esteso dal punto di vista territoriale. In aggiunta, il patrimonio industriale cognino è ben rappresentato dalle centrali idroelettriche che risalgono agli anni Venti del secolo scorso.

La particolarità principale di tali stabilimenti è senza dubbio la decorazione interna: in effetti, non è così frequente che dei luoghi dedicati alla vita operaia siano così attenti al gusto estetico, con l’architettura che non è da meno. Un esempio da menzionare è sicuramente quello della Centrale di Lillaz. La costruzione di quest’ultima risale al 1919, quasi un secolo fa, e la sua funzione fu quella di far funzionare l’impianto minerario di Colonna, visto che nelle vicinanze si trovano diversi impianti di frantumazione, in primis quello di Moline, una frazione di Cogne per l’appunto. La Ansaldo di Genova è riuscita a conquistare la proprietà in questione nel 1916. Molto interessante è anche la centrale idroelettrica di Villeneuve, la cosiddetta “Champagne 1”, con decorazioni che sono state restaurate qualche anno fa.

Tra l’altro, nel 1927 cominciò l’avventura della Società Anonima Nazionale Cogne, molto attiva negli anni Trenta e Quaranta per quel che riguarda l’estrazione e lavorazione dell’acciaio. I siti che sono stati citati rivivono al giorno d’oggi in fabbricati, magari abbandonati, ma anche argani, ponti, mulini, laverie e altri elementi architettonici di rilievo: l’archeologia industriale di Cogne va ammirata in tutto il suo splendore, con le innumerevoli storie di operai che hanno animato la prima metà del secolo scorso.