L’Istat rende noti i dati industriali di novembre

Un fatturato industriale al palo: è questo il dato che è stato diffuso dall’Istat in merito allo scorso mese di novembre, il quale non è sostanzialmente cambiato rispetto al mese precedente, pur segnando un progresso di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2010. In realtà, se proprio si vuole essere precisi a tutti i costi, bisogna sottolineare che il rialzo in questione è il più basso degli ultimi due anni, segno che la crisi si fa sentire proprio a tutti i livelli. Si sta facendo riferimento alla produzione del mercato interno ed estero, con una buona prevalenza del secondo sul primo; l’indice in questione, inoltre, risulta essere in calo di quasi tre punti percentuali per quel che riguarda la media del trimestre compreso tra settembre e novembre. Quello che interessa maggiormente comunque è l’andamento dei vari settori.

Che cosa c’è da dire in questo senso? L’assemblaggio dei mezzi di trasporto è stato il comparto migliore senza dubbio (17,3 punti percentuali di incremento per la precisione), ma anche il settore farmaceutico (+10,1%) non è stato da meno. In aggiunta, bisogna rimarcare le buone performance delle industrie tessili, dell’abbigliamento e delle pelli, con percentuali comprese tra il 2 e il 3%. Al contrario, i segnali negativi sono giunti dalla fabbricazione dei macchinari industriali, da quella delle apparecchiature destinate all’elettricità e a quella dei prodotti chimici (oltre quattro punti percentuali di ribasso).

Se, poi, si vanno a guardare gli aumenti principali in termini di fatturato, la fabbricazione del coke, vale a dire il carbone che viene ottenuto dalla distillazione del petrolio, ma anche gli altri prodotti petroliferi che non sono sottoposti a raffinazione, sono i comparti prevalenti. La computeristica, l’elettronica, l’ottica e le apparecchiature di misurazione, infine, hanno riservato sorprese negative, con picchi di ribasso superiori anche all’11%, diversamente dagli indici destagionalizzati del fatturato (l’aumento in questione è stato pari all’1,3%).