Industria tessile: il funzionamento dell’orditoio

L’orditoio è la macchina che viene impiegata per eseguire l’azione quasi omonima, l’orditura. Si tratta di un’attività tipica dell’industria tessile e che consiste nell’avvolgere i fili di ordito (disposti nel verso della lunghezza del tessuto stesso) su un sostegno che è costituito da un corpo di forma cilindrica (subbio), il quale viene poi portato sul telaio in cui avviene la tessitura vera e propria. L’orditoio, per l’appunto, è formato di solito dalla cantra e dall’orditoio propriamente detto. La cantra è formata anch’essa in una maniera piuttosto particolare; in effetti, la sua costituzione prevede una incastellatura che può portare da duecento a mille rocche, da cui si dipartono i fili che devono essere avvolti sul subbio.

Tale macchina industriale, inoltre, è formata da un tamburo rotante, meglio conosciuto con il nome di “aspo”, ma anche da un pettine e da un supporto che è molto utile per sostenere il più volte citato subbio. L’operazione di orditura, dunque, avviene facendo passare i fili dalla cantra all’aspo attraverso il pettine, visto che quest’ultimo ha più che altro una funzione di guida-fili. Dall’aspo, poi, i fili di ordito che si hanno a disposizione sono successivamente stracannati sul subbio. Di norma, per riuscire a coprire del tutto quest’ultimo in tutta la sua altezza è necessario portare più di una sezione di fili dalla cantra all’aspo.

Tra l’altro, non bisogna dimenticare che l’orditoio può essere costruito secondo tre tipi fondamentali: anzitutto, esiste una macchina che funziona a mano, ma vi sono anche orditoi meccanici a cilindri e gli orditoi meccanici a sezioni, nonostante lo scopo e l’intento rimangano sempre gli stessi. Una preziosa precisazione è quella che riguarda l’ordito. In pratica, tra i fili paralleli alla cimosa, si è soliti inserire quelli che costituiscono e rappresentano la trama vera e propria, in modo da formare l’intreccio o il disegno che andrà a caratterizzare il tessuto.