Industria tessile: le funi metalliche

Sono più diffuse che mai, eppure raramente ci si chiede come nascono e come vengono strutturate: le funi metalliche sono tradizionalmente realizzate in filo di acciaio e, avvolgendo uno o più strati di fili intorno a uno o più fili centrali (in alternativa a un’anima), vanno a formare appunto la fune spiroidale. L’avvolgimento di uno strato di funi spiroidali intorno a una fune centrale o a un’anima, invece, consente di formare la cosiddetta fune “a trefoli”. Nell’ambito delle funi spiroidali (nel caso in cui tutti i fili in questione sono dotati dello stesso diametro), intorno al filo centrale si va ad avvolgere uno strato che contiene sei fili distinti; ciascuno dei successivi strati, poi, contiene sei fili in più rispetto a quello precedente.

L’anima è formata sostanzialmente da alcune fibre tessili e ha il compito di sostenere i trefoli, oltre che di mantenere il lubrificante. L’operazione di funatura viene posta in essere in modo da sollecitare il filo a flessione e non a torsione. Essa si può effettuare verso destra oppure verso sinistra, ottenendo così il cosiddetto “avvolgimento Z” o l’”avvolgimento S”. Per quel che concerne le funi a trefoli, si indica il verso di avvolgimento dei trefoli nella fune stessa.

Se i fili e i trefoli sono avvolti nello stesso senso, si ha allora l’avvolgimento “parallelo”: quest’ultimo è quello che ha maggiore durata, ma non bisogna dimenticare nemmeno quello “crociato”, che si ottiene quando i fili sono avvolti in sensi discordanti (tale avvolgimento viene sfruttato soprattutto per le funi di sollevamento, dato che impedisce il loro svolgimento). Il passo di avvolgimento per i fili si fa uguale a circa dieci volte il diametro dello strato che si considera: per i trefoli si fa uguale a otto volte il diametro esterno della fune. Infine, c’è da aggiungere che i fili costituenti la fune vengono solitamente protetti contro le corrosioni mediante appositi rivestimenti in zinco.