La Re Controlli Industriali ha appena messo a disposizione un freno pneumatico nuovo di zecca, la cui progettazione e realizzazione si sono rese necessarie per venire incontro a esigenze molto importanti: si tratta di Pegaso, lo strumento che è stato pensato appositamente per soddisfare le richieste del settore tessile, senza dimenticare tutti quei soggetti che sono soliti usare i carrelli svolgitori mobili. Quali sono le caratteristiche fondamentali di questo mezzo industriale?
Redazione
Archeologia industriale lucana: i frantoi e le fornaci di Viggiano
Viggiano, comune in provincia di Potenza che vanta circa 3.200 anime, è celebre dal punto di vista industriale per il suo centro petrolifero dell’Eni: si tratta di un impianto attivo nel trattamento dell’oro nero, la maggiore piattaforma dell’Europa continentale. Non è quindi un caso che la città lucana abbia una vocazione industriale molto ampia, soprattutto per quel che riguarda l’ambito archeologico. Le testimonianze qui presenti sono diverse e tutte molto interessanti. In particolare, non si può non cominciare a parlare dell’attività di molitura del grano.
La ghisa malleabile e a grafite sferoidale
La ghisa è una lega metallica che di solito non è malleabile: ciò nonostante, è sempre possibile andarne a migliorare le caratteristiche di lavorabilità attraverso la deformazione plastica a caldo e per mezzo di opportuni trattamenti dal punto di vista termico, fra cui quelli più noti sono il metodo europeo e quello americano. Il trattamento europeo da cui si ottiene la ghisa malleabile a cuore bianco si effettua riscaldando la ghisa bianca a circa mille gradi per sei o sette giorni, più precisamente in delle cassette che contengono miscele di ossidi di ferro e terre. Allo stesso tempo, bisogna lasciare raffreddare il tutto molto lentamente.
Produzione industriale della ghisa: i bassi forni elettrici
La ghisa può essere ottenuta in maniera altrettanto utile e importante dai minerali di ferro anche per mezzo dei cosiddetti bassi forni elettrici: il nome, il quale si contrappone evidentemente agli altiforni che si conoscono di più, distingue gli strumenti in questione dai forni elettrici ordinari che sono destinati alla produzione dell’acciaio a livello industriale. I bassi forni di tipo elettrico sono in grado di sfruttare al massimo l’energia elettrica come sorgente di calore, la quale è più che mai necessaria in tal caso per ottenere la fusione dei minerali e per riuscire a raggiungere le alte temperature a cui si verificano le reazioni di chimiche di eliminazione dell’ossigeno che è contenuto nel materiale di partenza.
Macchinari industriali: le dentatrici a creatore
Il creatore, detto anche in gergo industriale “fresa-vite”, è un utensile che di solito viene costituito da una grossa vite munita di solcature elicoidali che determinano gli spigoli taglienti sui filetti. L’elica delle solcature in questione, inoltre, è normale all’elica dei filetti. La spoglia del dorso dei denti risultati, poi, risulta essere a forma di spirale, di conseguenza è necessario l’impiego di appositi torni spogliatori. Andando a selezionare un dente del creatore con un piano perpendicolare all’elica media dello stesso, si ottiene un dente a fianchi rettilinei uguale a quello di una dentiera.
Ad Arezzo un distretto industriale che sfrutta l’idrogeno
È l’idrogeno l’assoluto protagonista del distretto industriale che sorge in un’area di Arezzo molto importante, vale a dire quella di San Zeno: in effetti, sono anni ormai che si sfrutta in maniera specifica l’elemento chimico in questione, tanto che è proprio da queste parti che è nata e si è sviluppata una delle primissime comunità del continente europeo che dipende da esso per ottenere l’autosufficienza dal punto di vista energetico. Di cosa si tratta esattamente e perché tanto successo?
Lavorazione industriale del legno: le mortasatrici
Le mortasatrici sono delle macchine industriali che vengono sfruttate per l’esecuzione di mortase, vale a dire le cave nelle quali entrano i tenoni di un determinato incastro. In esse, infatti, il movimento del lavoro è di tipo circolare ed è posseduto direttamente dall’utensile, mentre al pezzo in lavoro viene conferito il movimento di alimentazione trasversale. Una mortasatrice è rappresentata essenzialmente da una incastellatura, la quale porta un mandrino, disposto a sua volta in senso orizzontale. Sul mandrino in questione, poi, viene montato l’utensile.
Materiali ferrosi: le prove di durezza Brinell, Vickers e Rockwell
La durezza è una particolare forma di resistenza meccanica, la quale può essere definita come resistenza alla penetrazione dei metalli ferrosi: essa può essere valutata con i metodi più diversi, fra cui quelli più comunemente usati sono il metodo Brinell, quello Vickers e quello Rockwell. La determinazione della durezza dei materiali metallici ha molta importanza, dato che essa consente di risalire all’effetto di trattamenti termici di tempra, ricottura e rinvenimento sul materiale stesso, oppure di stabilire la lavorabilità alle macchine utensili o valutare in prima approssimazione la resistenza alla trazione degli acciai.
Le serie di cambia utensili della Colombo Filippetti
La Colombo Filippetti, azienda leader nel continente europeo per quel che riguarda il settore dei meccanismi a camme per l’automazione industriale, vanta una leadership importante anche in relazione ai cosiddetti cambia utensili. Di cosa si tratta esattamente? I meccanismi Cut, Htc e Vtc della spa di Casirate d’Adda (provincia di Bergamo) sono in grado di riprodurre i movimenti classici del dispositivo, con il vantaggio non indifferente di un minore ingombro. Tra gli altri elementi positivi che possono essere annoverati figurano, inoltre, l’affidabilità, la buona resistenza e la poca manutenzione che è necessaria, fattori che possono risultare determinanti in tali scelte.
Archeologia industriale a Napoli: il Museo Ferroviario di Pietrarsa
Il solo fatto che la Napoli-Portici sia stata la prima linea ferroviaria inaugurata in Italia (l’inaugurazione risale al 1839) fa capire quanto locomotive e vapore siano state fondamentali per la città partenopea: chi si reca a Napoli, dunque, può ammirare anche un importante museo ferroviario, vale a dire quello di Pietrarsa, più precisamente nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, non lontano da San Giorgio a Cremano. Si tratta di una struttura che è stata fatta sorgere nel punto in cui una volta si trovava il Reale Opificio Borbonico di Pietrarsa, uno stabilimento siderurgico secondo le intenzioni del regno, ma già dal 1845 “riconvertito” a fabbrica di locomotive a vapore.